Mentre l’Amministrazione Comunale di Portoferraio cerca di velocizzare le tappe per l’adozione del cosiddetto “Waterfront”, nessuna delle perplessità avanzate da Legambiente ha avuto risposta. La proposta di regolamento ubanistico è priva di una analisi aggiornata del nuovo contesto economico, delle necessità da soddisfare e delle motivazioni delle scelte. Il processo di partecipazione appare carente: le categorie economiche rispetto a tutti gli altri portatori di interesse. Legambiente ha sempre considerato che la variante urbanistica del Comune di Portoferraio, orientato allo sviluppo della nautica da diporto, ha una rilevanza territoriale, economica e sociale che interessa tutta l’isola d’Elba, l’Arcipelago Toscano, il Mar Tirreno centrale e settentrionale e il Mar Ligure. L’Arcipelago Toscano e l’Isola d’Elba in particolare sono le mete del turismo nautico, anche giornaliero, basato sul continente. Dalle ipotesi emerse a Portoferraio si avrebbero alla fine 4 porti turistici (Darsena Medicea, Esaom, Calle, San Giovanni) in concorrenza tra loro, di incerta sostenibilità ambientale ed economica, senza che siano soddisfatte le aspettative dei residenti. La crisi economica in corso mette fuori mercato imprese nautiche già esistenti e i nuovi progetti sviluppati sul continente che invece sono proposti a Portoferraio. Per questo Legambiente rinnova la richiesta che venga adeguatamente documentata, anche dal punto di vista economico e di impatto ambientale, la necessità di realizzare le nuove strutture portuali e le nuove strutture ricettive nell’area del Porto cantieri e a San Giovanni (“foresteria”); Chiede inoltre che - venga analizzato l’effetto del nuovo assetto portuale sulla urbanizzazione e sulla rete commerciale esistente, con particolare attenzione al centro storico e all’asse via Caducci, via Manganaro; - per quanto riguarda la possibilità di creazione di 350 posti di lavoro, chiede che siano indicati quali settori e quali competenze saranno richieste; - per ogni area portuale del Water Front ed in particolarmente per l’area di San Giovanni chiede che l’espressione del numero di posti sia sempre accompagnato dalle specifiche dimensioni e dalla destinazione d’uso (stanziali, transito, residenti ...); - per preservare e ripristinare gli ecosistemi e i loro servizi (come previsto dall’obiettivo 2 della “Strategia europea sulla biodiversita’ fino al 2020”) sia prevista una infrastruttura verde che ripristini ad uso pedonale e ciclabile il percorso storico tra Portoferraio, Carpani, fino ai Magazzini, rivedendo la proposta presentata con ponte “girevole” nell’area “Esaom”; - per evitare equivoci sia adottata la terminologia usata dalle norme che regolano le specifiche materie (struttura ricettiva e non foresteria, porto turistico e non approdo leggero, …); - per una corretto dimensionamento dei servizi sia prevista l’analisi del fabbisogno di energia risorsa idrica, fabbisogno depurativo, gestione rifiuti che tenga conto del picco della domanda; - siano previste idonee misure per la riduzione delle emissioni di rumore e di scarichi in atmosfera e per il rispetto del divieto di scarichi di acque reflue in mare; - venga comunque assicurata la balneazione nell’area di Punta della Rena e a San Giovanni; Legambiente continua ad essere molto preoccupata per la tutela della “area umida straordinariamente importante anche dal punto di vista paesaggistico di San Giovanni” . Ha chiesto alle autorità competenti di inserire le aree delle Saline, le Grotte e le Prade tra quelle area del sistema europeo Natura 2000 (SIC e ZPS). Richiede al Comune di Portoferraio di sostenere formalmente tale richiesta e che la Variante al Piano strutturale e di considerare tutti gli effetti quelle aree come se fossero già soggette alle tutela del sistema Natura 2000. San Giovanni è l’area nella quale si misura davvero la sostenibilità, ambientale ed economica dell’intero Waterfront. Legambiente chiede che si ritorni all’idea originaria di un approdo destinato davvero ai residenti di Portoferraio e gestito senza fini di lucro da una associazione o cooperativa di portoferraiesi. A San Giovanni si può realizzare l’approdo previsto dal Piano Strutturale rispettando i principi di tutela del paesaggio e dell’ambiente del Golfo di Portoferraio: per rispettare questi principi occorre impedire la realizzazione di nuove opere a mare e a terra, fatto salvo il riaffioramento della attuale diga foranea e la sua modesta estensione ad ovest, e l’ottimizzare l’utilizzo dei volumi esistenti e delle aree già urbanizzate.
Water Front Portoferraio