Brutta e sgradita sorpresa, durante l’ultimo ponte, per i proprietari di una casa di Campo nell’Elba. Una famiglia, residente nel pisano, torna all’Elba dopo alcuni mesi di assenza e appena fa ingresso nelle pertinenze della propria abitazione, si rende conto che c’è qualcosa che non va: c’è qualcuno in casa. Inizialmente spaventati, pensando, ovviamente, al peggio, i proprietari della dimora chiamano subito i carabinieri. Nel frattempo gli ospiti, mai invitati, quattro giovani, si accorgono dell’arrivo dei padroni di casa e accennano una fuga. Questa, però, viene interrotta nelle immediate vicinanze dell’abitazione e al tempestivo intervento dei carabinieri della Stazione di Campo Elba il quadro della brutta situazione si fa più chiaro. Ciò che è capitato, infatti, non è un tipico tentativo di furto in abitazione ma un delitto altrettanto odioso e soprattutto invasivo: una violazione di domicilio con danneggiamenti e imbrattamenti, ovvero un episodio grave di vandalismo, in questo caso giovanile. I militari del Luogotenente Nicola Bellini si mettono subito al lavoro per ricostruire l’accaduto e ciò che emerge è inquietante. Per settimane i quattro giovani identificati sul posto (un elbano di 18 anni e una 17enne moldava residenti a Campo, un tunisino 17enne residente a Portoferraio, una 15enne ucraina residente nel comune di Marciana), dopo essersi introdotti nel domicilio altrui, hanno pensato di poterne disporre a piacimento, non disdegnando di imbrattare, addirittura, le pareti della casa con vernice spray. La casa, usata come bivacco dal gruppo, è stata lasciata in condizioni indecenti e rovinata in alcuni arredi, con danni per diverse centinaia di euro. La singolarità della vicenda lascia intravedere un disagio che va anche oltre i delitti compiuti (violazione di domicilio e danneggiamento), di cui tutti i ragazzi dovranno rispondere davanti ai magistrati di Livorno e Firenze (sede dell’Autorità Giudiziaria che si occupa dei minorenni). La giustizia farà il suo corso, ma oltre al danno materiale da risarcire e al debito da pagare alla giustizia, resta la gravità di un gesto che forse affonda le radici in un disagio che varrebbe la pena di approfondire.
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