E’ sera e mi rallegro nel constatare che, almeno nel cuore del centro storico di Mortoferraio, in via Cavalieri di Vittorio Veneto tra la Piazza Cavour e Piazza della Repubblica ci sia un po’ di gente , tutti giovani e giovanissimi e a dire il vero fanno un po’ di confusione, ma meglio così, come diceva un nostro conoscente: “E’ meglio che casino si faccia da piccoli, che da grandi, a fa’ casino si fanno più danni” Proprio al centro della strada c’è un gruppetto di teneri virgulti ferajesi messo trasversalmente, uno di loro ha un vociare che tradisce una probabile matrice etilica, confermata dallo sbandare e dal venire verso di noi a retromarcia; ce lo troviamo sui piedi, e per evitare che ci zampichi (involontariamente) in stile La Russa, gli appoggiamo una mano sulla spalla quel tanto che basta per scartarlo e passare oltre. Due passi dopo sentiamo una voce stridente che vorrebbe essere minacciosa: “Perché mi spingi!?”, ci giriamo e vediamo che ad emettere lo sfidante richiamo è un seghino di (forse) sedici anni, cinquanta chili scarsi vestiti e scarpe compresi. Riprendiamo il cammino e la vocetta si ripete: “Perché mi spingi!?” anche se si sovrappone ad altre provenienti dal suo gruppo che puntano a calmare l’ira funesta del seghino, che visto che continuiamo ad allontanarci pone il suggello alla sua dimostrazione di forza: “Vecchio di Merda!” Non sta a noi giudicare se meritiamo l’appellativo scatologico, ma quanto all’essere invecchiati è cosa palmare, e la vecchiaia ha tra gli effetti collaterali positivi l’imparare a contare fino a dieci di fronte ad una ingiustificata offesa e/o provocazione, e resistere perfino alla tentazione di invertire la marcia giusto, visto il tipo (cane che abbaia solo a distanza di sicurezza) per fargli una verbale rimbalzata. Ma ci è venuto da pensare anche a cosa sarebbe accaduto a noi adolescenti se ci fossimo messi a fare i furbi con una persona “adulta” e ancor più se anziana, fino ad offenderla, e atteso di salvarsi da una sanzionatoria immediata patta nella bocca direttamente somministrata dal dileggiato, all’inevitabile fiaccatone di legnate paterno aut materno, che avremmo trovato, se la cosa si fosse risaputa, ad accoglierci una volta rientrati a casa. Col rischio di risultare retrò ci viene talvolta da pensare che “PEDAgogia” (l’arte di istruire i fanciulli), oltre che avere un etimo greco (παιδος (paidos) “il bambino”) ha la stessa radice fonetica di “PEDATA”. Sarà mica che,come genitori, abbiamo un pelino toppato per eccesso di comprensione e rarefazione di calcio in culo?
calcio in culo