“Il mare è chiuso” è uno degli slogan nati dalle tantissime iniziative che comitati, partiti, gente comune hanno messo in campo per invitare gli italiani a votare. All'Elba abbiamo la fortuna di “tenere aperto il mare” e di poter andare a votare ugualmente. Bisogna però, a pochi giorni dalle consultazioni, constatare una triste sconfitta perché se chi sta per il “SI” deve, più che convincere i cittadini delle proprie tesi, invitare alla partecipazione e chi sta per il “NO” fomenta, più che controbattere le tesi dei sostenitori del referendum abrogativo, l'astensione significa che il referendum ha subito una retrocessione all'interno della democrazia. Ad oggi non c'è confronto, informazione, dibattito ed è solo grazie al fatto che i quattro quesiti sono estremamente chiari e importanti che il quorum risulta esser a portata “di voto”. Ma permane questo gap democratico, in cui i “fautori del no” si inseriscono e sfruttando l'elevato astensionismo permanente provano con un colpo di mano, spesso riuscito, ad invalidare i risultati dei referendum. Riguardo la “politicizzazione del referendum”, vogliamo anche noi sostenere la tesi secondo cui i temi affrontati dai quesiti non apparterrebbero a nessuna ideologia politica ma non può passare inosservato che proprio su quei temi, soprattutto legittimo impedimento e su nucleare, il governo Berlusconi ha investito la propria attività di governo tanto da porre la fiducia sul primo e da tentare un bieco colpo di mano per evitare proprio che gli italiani si esprimessero sul secondo. È per questo che ascoltare dalle parole dell'on. Maurizio Lupi del PDL, quando sostiene che il loro partito lascerà libertà di voto ai propri elettori riguardo il quesito sul nucleare, sembra un po' la mossa di chi sa di cadere e mette le mani avanti. Affrontiamo i referendum senza alcun approccio ideologico. Siamo infatti convinti che il referendum non risolva i problemi del servizio idrico e per questo il PD ha presentato una proposta sull'acqua che affronti il tema a trecentosessanta gradi. Così come riteniamo assurdo anche solo parlare di centrali nucleari in Italia quando si investe meno del 3% del PIL nella ricerca (media europea) e quando pochissimi dei nostri edifici rispettano le norme antisismiche. E anche sul legittimo impedimento non abbiamo un approccio ideologico perché chiediamo solo il rispetto dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Le leggi sono espressioni di una maggioranza e in questo caso sappiamo bene qual'è, l'esito dei referendum sono il risultato di una libera scelta dei cittadini. A tutti noi l'onore e l'onere di essere arbitri del nostro futuro. Per questi motivi invitiamo tutti a votare e, solamente dopo (e non durante come hanno dichiarato anche alcuni Sindaci Elbani di centro-destra), crediamo sia giusto andare tutti al mare.
Referendum PD