Quello del P.D. di Rio Marina sta diventando un caso di scuola, ovvero: cosa la politica non deve essere ed un Partito non deve fare. Già nella campagna elettorale si erano manifestati i primi sintomi, con la negazione dei fatti e la rappresentazione ostinata di una realtà immaginaria, distante dai sentimenti comuni. Dopo il risultato, gravemente negativo, ecco arrivare la dichiarazione di Cesarina Barghini che, lungi da un minimo di autocritica, scarica le colpe sui cittadini che non la meritano. Adesso l’ultima trovata: il Sindaco, voluto dalla gente, dovrebbe andarsene per una presunta incompatibilità con il proprio incarico all’Autorità Portuale. Insomma, il pronunciamento, forte e chiaro, dell’elettorato non conta nulla. Questo conflitto aperto con la volontà popolare, rischia di essere la tomba di un Partito che – evidentemente in crisi ed assediato al proprio interno – gioca la carta della disperazione. Ciò risulta chiaro, quando il P.D. riese denuncia un presunto “Consociativismo”, scambiando la giusta dialettica Maggioranza-Opposizione con la doverosa collaborazione istituzionale fra Comune ed Autorità portuale. Se il P.D. avesse davvero a cuore l’interesse del proprio Comune, dovrebbe solo apprezzare il fatto che il Sindaco neo-eletto occupi una posizione importante per Rio Marina. Ma ricercare una logica, collegata all’interesse collettivo, in questo atteggiamento del P.D. locale. È opera ardua e, forse, impossibile. Speriamo che qualcuno, finalmente, cominci ad occuparsi di quello che sta diventando un caso patologico. Confidiamo si possa addivenire ad un confronto, serio e costruttivo, sulle cose da fare. Con gli anatemi e le delegittimazioni non si và da nessuna parte.
comune di Rio Marina