In merito alla richiesta del sindaco di Portoferraio di prendere parte alla manifestazione di domani sabato 18 ottobre, rivolta al movimento “Su la Testa” al quale il nostro comitato ha aderito in blocco e parteciperà numeroso, ci sovviene la necessità di palesare ciò che ne pensiamo. Vorremmo infatti ricordare al sindaco Ageno che, come Comitato, abbiamo assistito nostro malgrado ad episodi, che hanno avuto luogo proprio nel Palazzo da lui amministrato, che non hanno brillato certo di buon governo, trasparenza e rispetto del cittadino. Ci riferiamo agli ormai noti consigli comunali a senso unico e alle commissioni urbanistiche dove a domanda non seguiva risposta, se non illogica e fuorviante. Che dire poi delle Commissioni indette in tutta fretta per modificare validi pareri precedentemente espressi… Ebbene, se è vero che il sindaco è la più alta carica dell’Amministrazione Comunale (in questo caso particolare anche Assessore all’Urbanistica e non solo), è altrettanto vero che di questi fatti ne ha, in maniera diretta o indiretta, la responsabilità. Pensiamo che molti di noi che parteciperanno alla manifestazione avranno ben in mente i tristi ricordi legati agli episodi ai quali hanno assistito e che hanno provato sulla propria pelle, come molta sarà l’amarezza per i preoccupanti fatti di cronaca che ci raccontano di un’Elba, in cui corruzione e immoralità sembrano assai diffuse e praticate. Invece di una richiesta del genere, per noi molto discutibile e quasi incomprensibile proprio perché avanzata in qualità di sindaco, avremmo sinceramente gradito di più un po’ di sana autocritica, una riflessione più profonda e seria sui tavoli della politica e tra gli scranni del Consiglio Comunale, almeno una minima presa di coscienza sui problemi nel rapporto tra istituzioni e cittadinanza e, al limite, un dignitoso silenzio. Vorremmo invece rivolgere un invito sincero a tutti i cittadini elbani, perché partecipino a questo importante evento numerosi, in compagnia della propria famiglia e dei propri figli, per testimoniare la propria voglia di moralità, correttezza, giustizia e partecipazione e per cominciare a dare un contributo visibile e concreto alla salvaguardia dei diritti e alla pratica della Giustizia.
elisabetta tiberi