Torna indietro

Il Diktat di Tortoli, Matteoli e Bosi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 17 ottobre 2003

Un Supercomitato Plenipotenziario della destra elbana composto da Luigi Vagaggini per Forza Italia, Ruggero Barbetti per A.N., Lelio Giannoni per il Nuovo P.S.I., e (probabilmente) Piero Landi per l'U.D.C. potrebbe sembrare estratto direttamente dalle cronache degli anni '80 e invece è nel nostro presente e futuro. Un futuro di cui l'effetto collaterale della già annunciata ricandidatura Ageno a Portoferraio sarà probabilmente solo la prima delle sorprese. Perchè? Perchè "vuolsi così colà dove si puote - ciò che si vuole e più non dimandare" sembra dire Tortoli al Tirreno ("nei partiti bisogna imparare a saperci stare"). Lui, Matteoli Bosi e compagni hanno deciso così e basta. Una soluzione sulla quale non crediamo sia d’accordo il coordinatore (o dobbiamo dire l’ex-coordinatore?) elbano di Forza Italia Mario Dini e tantomeno il suo omologo di A.N. Carlo Ridi, ma neppure i dirigenti provinciali delle due maggiori forze della Casa delle Libertà Amadio e Foti crediamo stiano facendo i salti di gioia, né può essere contento Leopoldo Provenzali che crediamo avesse altre idee per l’Elba. Ma il supercommissariamento della CdL elbana che ha prodotto i nuovi quadrumviri è stato deciso in ambito governativo, e che è l’effetto di un patto tra i sottosegretari Bosi e Tortoli ed il Ministro Matteoli, corre il rischio di spiazzare completamente la destra isolana e provinciale trattata poco meno che a pesci in faccia dal diktat. Ci domandiamo con che faccia i nuovi padroni del centrodestra isolano contesteranno alla sinistra come hanno fatto per anni, l’eccessiva ingerenza dei “Palazzi Rossi” continentali, dopo questo golpe che in pratica ha spodestato gli organi locali e provinciali, anche quelli democraticamente eletti dalle assemblee di AN e di F.I. (Nuovi Socialisti e UdC all’Elba sono soggetti microbici la cui natura stride col concetto di assemblea) Non sappiamo se gli sconfitti per decreto ministeriale e sottosegretariale reagiranno, avranno uno scatto di orgoglio, certo è che questa operazione è già disastrosa per la destra elbana almeno per due aspetti. Ricandidare il sindaco più impopolare e più contestato della storia isolana a guidare il maggior comune dell’Elba rischia, tanto per iniziare, di essere una specie di harakiri elettorale, è perfino superfluo dirlo, ma il più micidiale degli errori politici è stata l’indicazione di Ruggero Barbetti nella nuova cabina di regia. Accettando di starci Barbetti “si rimangerebbe il cacio vinciuto”, il terreno che ha conquistato, occupando una carica istituzionale (anche se di origine commissariale) come la guida del Parco. Il Barbetti di nuovo così politicizzato è destinato quanto meno a nuocere all’immagine del Barbetti commissario del PNAT, che aveva goduto di una sorta di non scritto “patto di temporanea sopportazione” con quello che forse è il più potente soggetto politico non riconducibile ai partiti che operi all’Elba: Legambiente, che non gradirà certo il tutto, e che scommettiamo non se ne starà a girarsi i pollici. In sintesi l’operazione, nata per fare ordine, in un momento in cui nella politica elbana (sia a destra che a sinistra), c’è parecchio disorientamento, corre il rischio di rivelarsi un boomerang per chi la ha piuttosto cervelloticamente lanciata. Forse gli illuminati, nei confortevoli salotti fiorentini o romani, hanno deciso sulla testa dell’isola non tenendo conto della portata della bufera che c’è nell’aria all’Elba. Per questo oppongono rigidità alla tempesta in corso ed a quelle prossime venture, non conoscendo l’adagio elbano “al vento fatti canna” che è l’elogio della flessibilità mentale e non un’esortazione al consumo delle droghe leggere.


Logo Diktat

Logo Diktat