E’ davvero molto interessante quanto è accaduto in vista del corteo indetto per il 18 Ottobre, “contro il degrado politico, civico e morale all'isola d'Elba”. L’adesione del Sindaco di Portoferraio, Giovanni Ageno ha provocato la scandalizzata risposta del Comitato promotore: “Non ti ci pigliamo” -questo senza tanti complimenti è stato detto ad Ageno (notoriamente un degradato morale, civile e politico)- perché insieme agli altri 7 sindaci hai firmato un documento “generico e reticente” in cui “per esempio non si spende una parola sul bruttissimo caso delle ragazze clandestine che ha portato all’arresto dei poliziotti” . Trascurando la bizzarra argomentazione, il dato che emerge è questo: i promotori considerano “persone non gradite” tutti gli 8 Sindaci, nessuno escluso. Pare sia vero, dunque: il Comitato ha natura “trasversale”. Non sfila né con Ageno né con Logi. Il senatore Bosi e il Sindaco Schezzini per loro “pari sono”. Prescindiamo dal gioco del c’è chi non c’è (diciamo solo che per ora al corteo non hanno aderito i D.S., e ci fa piacere). Ammettiamo che -almeno per ora- non c’è un uso strumentale di valori universale come l’onesta o la legalità. Prendiamo atto che non si vuole ridurre ad interessi di parte principi come la moralità o la giustizia. Che ne pensiamo? Pensiamo che il discorso di “Su la testa” sia ancora più grave dell’uso politico della questione morale. E pensiamo che tradisca un atteggiamento ancora più pericoloso. Mettendo in discussione la legittimità dei Sindaci si pregiudica un’altra fetta della nostra sovranità elettorale, della nostra autonomia, del nostro diritto di autogovernarci. Riflettiamo su questo: quanto è accaduto dall’inizio di quest’estate riguarda (a vario titolo) importanti personaggi della politica, delle istituzioni livornesi. Aggiungiamo pure che lungo le coste della Provincia gli approdi turistici e “il cemento” hanno un’invadenza di molto maggiore che all’Elba. Ciò nonostante, non ci risulta che a Livorno siano in corso drammatiche riflessioni collettive sulla moralità della classe dirigente cittadina (giustamente). Niente! Pare che la cementificazione selvaggia sia la nostra, che il degrado morale e politico sia elbano per definizione, che la “malapianta” dell’affarismo abbia messo radici (solo) qui. Di conseguenza pare che non possiamo autogovernarci, come tutti, che abbiamo bisogno che qualcuno di meno degradato ci controlli. Continuiamo a subire “l’intervento provvidenziale” della Provincia, e della Regione. E continuiamo a pretendere che i Sindaci (fino a prova contraria espressione democratica del corpo elettorale) siano provvisti del certificato di onestà (o di ambientalismo) rilasciato da persone che non si sa bene chi siano e cosa rappresentino. Siamo disonesti, noi elbani. Se vogliamo una casa e magari un po’ di benessere siamo “cementificatori e affaristi”. E poi reticenti, ambigui, le nostre vicende sono sempre “poco chiare”. Siamo “degradati”, e così continuiamo a farci del male. In realtà -ci riflettano i promotori e gli aderenti al corteo- la moralità politica si realizza pienamente nel principio di responsabilità politica. Chi ha amministrato bene, e in modo trasparente, viene rieletto, altrimenti viene rispedito a casa. La società civile, la stampa, l’opinione pubblica, la politica, devono controllare chi governa. Ma non nessuno si può arrogare il diritto di parlare “a nome della gente”, scagliandosi (con poca lungimiranza politica) contro i suoi legittimi rappresentanti. Non si può pretendere di avere ragione, di stare dalla parte della “ggente”, e poi sfuggire sempre e regolarmente alla prova elettorale. E’ troppo facile, e storicamente non ha prodotto niente di buono. Conosciamo tutti la differenza che passa fra democrazia e demagogia, o no? Fi-An-UdC Rio Marina I responsabili del comitato hanno fatto a nostro parere benissimo a chiedere alle istituzioni di non partecipare ufficialmente (salvo restando il diritto imprescindibile di ogni cittadino di partecipare a quello che vuole) chiedendo la stessa cosa ai partiti politici. E se avessimo dovuto noi rispondere alla lettera di Ageno avremmo aggiunto anche che non ci pareva consona allo spirito con cui è stato creato il comitato, la partecipazione ufficializzata di un sindaco che si ritrova il principale atto amministrativo del suo mandato sotto sequestro giudiziario (nella sua interezza di atto). "Su la testa" non ha messo in discussione la legittimità dei sindaci e dei partiti, ha detto semplicemente di non gradirli in veste di sindaci e partiti a questa manifestazione. E non gradire è perfettamente legittimo almeno fino a quando il Governo in cui si riconoscono gli scriventi (o i firmanti) non decreterà che il Podestà deve essere gradito per legge in qualsiasi consesso. Azzardatissimo poi è affermare "Chi ha amministrato bene, e in modo trasparente, viene rieletto, altrimenti viene rispedito a casa". A Brindisi l'altro giorno è finito in manette uno che aveva amministrato così bene con la CDL che passato sulla opposta sponda è stato rieletto. La gente (intesa come elettorato) non solo può sbagliare ad eleggere, è un semplice esempio teorico, un bugiardo disonesto, un evasore fiscale, un falsario in bilancio, un corruttore di giudici, un colluso con la mafia, ma se questi è abile e riesce a dimostrare una trasparenza che non ha, la gente può pure ri-sbagliare e rieleggerlo. A quanto ci risulta l'unica elezione che determina la santità e l'infallibilità dell'eletto è quella del Papa. Ricapitolando: All'Elba si sono scoperti negli ultimi tempi moltissimi fatti incresciosi in merito all'uso del territorio di molti tra i Comuni Elbani - Compito di un Sindaco è anche quello di vigilare sul legale uso del suo territorio - Molti cittadini di quest'isola sono piuttosto contrariati e ritengono che gli amministratori abbiano delle responsabilità di ordine morale (quelle dirette le verifica la magistratura) nello scempio dell'immagine dell'Elba che ne è derivato -è legittimo che chiedano agli amministratori di non protestare contro se stessi. Questi sono i fatti, il resto discorsi. E i discorsi li porta via il vento, le biciclette i livornesi.
rio marina attilio 5