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La zampata di Bosi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 11 aprile 2011

L’amato sindaco di Rio Marina, in via di smobilitazione, ha voluto mettere l’ultimo sigillo sulla sua opera di amministratore elbano di lungo corso e non contento di aver contribuito direttamente e/o indirettamente al fallimento dell’Unione dei Comuni elbani, ha voluto lasciare in eredità alla sua successora un legato preciso: no al comune unico per continuare a gestire le proprie scelte in famiglia senza tener conto dei problemi comprensoriali e soprattutto della necessità di un “Progetto Elba“ che non può non coinvolgere tutti gli ormai superati otto comuni dell’isola. Sa benissimo l’onorevole che la legge sui piccoli comuni non è passata che alla Camera ma bocciata al Senato. Meraviglia poi che la proposta sia partita da Realacci il cui partito propugna specialmente qui da noi in Toscana non solo l’Unione dei Comuni che, fra l’altro diventa obbligatoria per i servizi essenziali nei piccoli comuni, ma addirittura incentiva la “fusione” dei comuni con un contributo una tantum,sia per il contenimento delle spese che per favorire politiche comprensoriali. Nel nostro caso arriverebbero 350 000 euro una tantum da parte della Regione Toscana e i contributi decennali da parte dello Stato pari al 20% dei finanziamenti erogati in precedenza ai comuni “fusi“ senza peraltro perdere l’eventualità di beneficiare dei contributi previsti per i comuni delle isole minori, in discussione in parlamento ed eventuali agevolazioni fiscali per i residenti nel comune unico. E non saranno certo da confrontare con i vantaggi della pur tramontata legge “Realacci“ per i piccoli comuni che “fra le attrattive” prevedeva l’iscrizione dei nati in un ospedale di città all’anagrafe del comune di residenza dei genitori! Sa anche benissimo l’onorevole Bosi cosa significherebbe un Comune di 30 000 abitanti rispetto agli attuali piccoli 8 comuni sia per il “peso politico“ in Provincia in Regione in Parlamento sia soprattutto nei confronti dei finanziamenti dell’Unione Europea. Del resto lui stesso ha ipotizzato nel suo libro–memoria della sua esperienza elbana, che pur ha avuto anche apprezzamenti bipartisan, un’isola ad alta densità e allora, sindaco Bosi, non condizioni con la sua autorevolezza e la sua tradizione politica i giovani della generazione “Facebook“ che gli succederanno su una poltrona di grande rilevanza per il futuro dell’Isola d’Elba, per la sua storia e per i personaggi che hanno rivestito quella carica. Sono infatti soprattutto i giovani a volere un’isola vista non più come somma di piccoli interessi locali spesso in contrasto fra di loro ma amministrata con un unico centro decisionale per lo sviluppo della loro Elba. E soltanto il Comune Unico sarà in grado di garantire il cambiamento, senza costringerli ad emigrare, mantenendo nel contempo la ricchezza delle tradizioni e delle storie locali che contraddistinguono il nostro scoglio degli ormai superati otto comuni in tempi di internet e di facilità di spostamenti.


Mappa Comune unico

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