Torna indietro

A Sciambere della lettera scomoda a Florio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 07 aprile 2011

Abbiamo letto, cosa afferma l’Assessore Luca Ceccobao in relazione all’errore di pagina 140 dell’Allegato “L”, evidenziato da noi e dal comitato di Gimmi Ori: “altro non è che una interpretazione non corretta della tabella allegata dello schema“ e poi: “Tale precisazione è stata richiesta dai partecipanti alla gara, che hanno ricevuto per iscritto i chiarimenti necessari sulla definizione e la misurazione di "portata media minima auto". Queste dichiarazioni tendono a insinuare che noi e il comitato abbiamo sbagliato interpretazione nella lettura della tabella e che tutti e 11 i partecipanti sono stati informati tempestivamente (per non essere indotti in errore) della corretta interpretazione. Presentiamo copia originale della tabella di pagina 140 dell’allegato “L”, e chiediamo ai cittadini se l’italiano scritto ha un senso e se può essere interpretato diversamente quanto scritto. (Confrontare i titoli della quinta colonna dell’anno 2011 con le colonna sottostante per il II anno) Inoltre a noi risulta che la correzione interpretativa citata non è stata inviata a tutti i partecipanti, come sarebbe stato giusto, ma spiegata attraverso la “data room” a chi poneva il quesito. Quindi chi ha interpretato per come è scritta la tabella, può aver abbandonato la gara per onerosità della stessa, credendo a ragione di dover cambiare tutta la flotta già nel 2012. Inoltre se lo stesso concorrente si fosse chiesto: quale armatore ha una flotta idonea e pronta per le richieste fatte a pag 140 dell’allegato “L”? ne avrebbe dedotto che l’unico in grado di presentare una flotta come richiesto dal bando, è lo stesso armatore che da anni viene dato come sicuro vincente della gara stessa dalle voci di porto (tra l’altro sempre bene informate). Crediamo che questo bando eccessivamente segreto sia pieno di punti interrogativi che possono essere sciolti solo con la buona volontà delle parti o con l’intervento delle autorità competenti per fare chiarezza assoluta nell’interesse della collettività e in particolare dei cittadini dell’arcipelago. Florio Pacini Italia dei Valori Isola d’Elba Caro Florio E’ qualche tempo che volevo scriverti questa lettera, che forse non ti risulterà molto gradita, ma ti considero un amico ed è agli amici in particolare che bisogna parlare papale papale, anche quando ciò che si dice può suonare duro. Ti ho conosciuto da adolescente iscritto alla FGCI quando da “attempato” ventitreenne o giù di li ero il responsabile elbano dei Giovani Comunisti dell’epoca: ricordo di aver letto le tue poesie, erano formalmente un po’ sgangherate e contenutisticamente ingenue, ma sincere. Poi per un lunghissimo periodo delle nostre vite siamo stati su sponde anzi su bordi diversi: tu con Onorato io ad incazzarmi perfino con i nostri sindacalisti, perché sulle centinaia di dipendenti della allora Navarma, non ce n’era mezzo con la tessera della CGIL in tasca, una roba inconcepibile nella Toscana democratica e (vivaddio) rossa. La mia determinazione a difendere la primazia del servizio pubblico la testimoniano centinaia di scritti, una amabile citazione giudiziaria (finita come al solito nel nulla) da parte del tuo ex-datore di lavoro, la partecipazione con la stesura di venti pagine di dossier finite sul “Libro Bianco sulla Sicurezza della Navigazione” (poi agli atti della commissione Prandini sul Moby Prince), commissionatemi dalla regione Toscana, nelle quali avevo raccolto notizia di, se non mi sbaglio, 23 episodi di “sinistrosità” verificatisi sui bordi Navarma, proprio mentre il navigatore dei sette mari rilasciava un’intervista a Panorama, nella quale pinocchiescamente affermava che non c’era stato mai un ferito a bordo delle sue navi. E ti faccio pure rispettosamente notare che ciò accadeva anche quando era già sbocciato un tenerissimo e fruttuoso (per loro ovviamente) idillio tra una parte degli iscritti al mio stesso partito (il PCI poi PDS) che tanto sarebbe cresciuto negli anni a venire. Non so se tu abbia avuto una qualche parte in quell’infamante anonimo manifesto firmato “200 marittimi della Navarma” (che conservo ancora), appeso all’indomani della tragedia del Moby Prince, e nel quale io, Lorenzo Marchetti e i colleghi del Tirreno venivamo definiti come “infangatori dei morti”, non lo so e non voglio saperlo. Mi sono successivamente rallegrato nel trovarti, una volta scisso il tuo rapporto di lavoro, dalla parte che ritengo sia quella dell’interesse pubblico, ed ho anche vivamente apprezzato le conoscenze tecniche che, grazie al lungo servizio in Navarma-Moby hai maturato, tuttavia … Ti ricordi la battuta di quella signora Portoferraiese dal biondo crine che nel pieno di una lite coniugale apostrofò il marito con un meraviglioso: “… già che sei anche becco .. e se te lo dico io ci poi anche crede’"? Ecco, se te lo dice Sergio Rossi (che di tutto può essere sospettato fuorché di simpatie baleniere) che non fosse stata sensata una tua eventuale partecipazione in rappresentanza dell’Elba alla valutazione delle offerte per la privatizzazione Toremar, “ci poi crede’”. In un ipotetico tribunale la tua indiscutibile competenza tecnica potrebbe portarti al ruolo di “perito” di parte, ma ti mancherebbe il distacco necessario, la terzietà psicologica per esercitare la funzione di giudice. A me personalmente di “farla pagare a Onorato” non è fregato mai un cazzo, mi sono battuto per mantenere il carattere pubblico del servizio (lo rifarò se sarò ancora in vita tra dodici anni), ed a questo punto ho solo la preoccupazione che l’Isola esca nel miglior modo possibile da questa vicenda. Punto. Altro aspetto che mi preme stigmatizzare è che tu firmi ogni tuo intervento come responsabile dell’Italia dei Valori, che è una forza politica degna del massimo rispetto ma che a livello regionale ha condiviso la scelta della privatizzazione. Ha detto qualcosa contro la privatizzazione il VicePresidente del Consiglio Regionale (IdV) Fedeli (che vanta peraltro nascita marcianese)? Ha esercitato pressioni contrarie il responsabile toscano del partito di Di Pietro On. Fabio Evangelisti (della cui amicizia mi onoro da un quarto di secolo)? Non ti sembrerebbe quindi più coerente, e chiaro verso la cittadinanza, intervenire sulla vicenda a puro titolo personale e senza tirare in ballo un partito che, in tutta libertà e buona fede, si è adeguato, senza neppure scalciare, a quanto Conti e Ceccobao hanno stabilito (sulla nostra pelle)? un saluto


Florio Pacini

Florio Pacini