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Il Direttore del PNAT: "Il Piano di Sviluppo del Parco, cosa si deve fare per averlo?" Franca Zanichelli risponde alle contestazioni di Barbetti ricostruendo gli eventi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 04 marzo 2011

Il Piano di Sviluppo del Parco, cosa si deve fare per averlo? Lo chiedo al Sindaco Barbetti che si è adirato per la richiesta del Direttore Conservazione della Natura del Ministero vigilante, finita sui giornali per smuovere l’attenzione. Come direttore del Parco mi sono posta fin dall’inizio del mio contratto di lavoro, nell’agosto del 2007, l’obiettivo di predisporre la documentazione tecnica per completare l’iter procedurale degli atti essenziali per il funzionamento del Parco: il Piano, il Piano di Sviluppo e il Regolamento. Il Piano del Parco, di competenza del Consiglio è andato in porto ed è stato approvato, il Regolamento, di competenza del Consiglio lo stiamo facendo e sarà pronto tra 3 mesi. Il Piano di Sviluppo, di competenza della Comunità del Parco, con un testo già approvato nel 2005 dallo stesso Barbetti, si è arenato. Per chiarezza evidenzio i passaggi che mi sono noti dal 2007. Con la Comunità del Parco, capeggiata fino al 2009 da Pietro D’Errico, era stato avviato il lavoro per la revisione dell’edizione 2005 e si era arrivati alla conclusione che si doveva procedere ad attivare confronti con i portatori di interessi per tradurre le esigenze della comunità locale in utili aggiornamenti per indirizzi più significativi. Sono stati fatti diversi incontri negli uffici del Parco e nelle sedi periferiche, anche al Giglio e a Capraia, con il vicepresidente di allora Briano, per evidenziare con i presenti i temi critici da sviluppare. Con un gruppo tecnico coordinato dalla sottoscritta e composto da alcuni dipendenti del Parco, oltre ad una tesista in economia dell’Università di Pisa ed una stagista dell’Università di Parma, dalla metà del 2008 si è proceduto a compilare alcune schede propedeutiche che, una volta trovata una adeguata interlocuzione con il mondo dei decisori, avremmo sviluppato internamente, a costi zero, poiché noi siamo già pagati come dipendenti pubblici. Quindi senza incarichi esterni, essendo già stati spesi tanti denari per il prodotto del 2005. Il testo approvato nel 2005 che Barbetti dice essere sorpassato, non si fatica a crederlo, è stato quindi aggiornato dallo staff del Parco solo nelle tabelle di analisi, con l’acquisizione di tutti i dati disponibili fino al 2009. Sono state sfrondate le tabelle inutili e sono stati evidenziate le parti “decisionali” carenti. La parte dei contenuti “politici” di indirizzo non è stata toccata dal gruppo tecnico poiché eticamente una proposta di modifica decisionale doveva essere preceduta da una espressione compiuta di volontà di indirizzo. Come direttore del Parco, in quel frangente avevo proposto al Consiglio Direttivo di affidarmi la rielaborazione del Programma di Sviluppo come uno dei progetti obiettivo da portare a termine entro il 2009 per stringere i tempi per l’approvazione. Tale proposta venne deliberata con il consenso di D’Errico e mi misi al lavoro. In seguito, l’allora direttore generale del Ministero Ambiente, dr. Cosentino, per i compiti di vigilanza ministeriale sugli atti non ratificò la delibera di Consiglio, asserendo che non poteva essere compito del direttore redigere il testo del Programma di Sviluppo, poiché tale strumento deve essere prodotto dalla Comunità del Parco. Il Consiglio cambiò così l’obiettivo di lavoro della sottoscritta e lasciai in sospeso il completamento del lavoro. A seguito degli esiti delle elezioni amministrative 2009, nel mese di agosto il Presidente uscente D’Errico convoca la prima seduta della nuova Comunità del Parco. Viene nominato il nuovo presidente Barbetti e i nuovi consiglieri. In tale prima seduta consegno (protocollato) al nuovo interlocutore un CD con quanto avevo fatto sotto il profilo tecnico, specificando che i contenuti progettuali potevano essere elaborati e completati in breve se vi era l’interesse a farlo. In pratica, ho consegnato una versione con le analisi svecchiate, con il testo nuovo a fronte di quello vecchio, per consentire le verifiche puntuali. Ho ribadito di essere a disposizione per aggiornare anche i “contenuti espressivi delle politiche di indirizzo“ se vi era l’interesse da parte del Presidente Barbetti ad avere una bozza riqualificata. Non ho avuto riscontri. Il vicepresidente Banfi ha richiesto e ricevuto una sua copia di tale testo assicurandomi che avrebbe fatto da intermediario perché Barbetti gli dava il compito di controllare il contenuto. Dopo quell’incontro, vi è stata una unica altra seduta della Comunità del Parco e in quel frangente ho di nuovo segnalato che si doveva mettere mano al documento. Ho fatto presente che l’Ente aveva anche predisposto in bilancio una somma di 5000 € per sviluppare eventuali collaborazioni esterne ritenute necessarie e il Consiglio Direttivo, in accordo con Barbetti, aveva dato mandato alla sottoscritta di impegnarli secondo le sue indicazioni. Ci sono stati colloqui e comunicazioni scritte. Si era arrivati ad ipotizzare un convegno al Parco per affrontare il Piano per l’ecoturismo nel gennaio del 2010, poi non vi è stata nessuna mossa. Ricordo, per inciso, che Agresti, allora consigliere regionale, aveva strigliato l’Ente Parco perché voleva approvare il Piano del Parco senza dotarsi del Piano di Sviluppo, dimenticando che era compito della Comunità del Parco portarlo all’approvazione. Nel corso di una seduta del Consiglio direttivo di qualche mese dopo, Tozzi sollecitava nuovamente Barbetti presente a dire come avrebbe voluto operare per procedere. Barbetti affermò che si sarebbe fidato di un gruppo costituito da Banfi e Mazzantini che avrebbero dovuto affiancare il direttore nella revisione. Poi la Comunità non si è mai più riunita e a quel gruppo di volonterosi candidati non è stato dato alcun mandato esplicito effettivo. Infine, dalla fine del 2009 il Consiglio Direttivo ha dovuto approvare due Bilanci Preventivi e due Bilanci Consuntivi senza il parere obbligatorio della Comunità del Parco … comunicando al Ministero Ambiente che, essendo abbondantemente trascorso inutilmente il tempo di attesa per il parere, si procedesse d’ufficio, come prevede la norma statale. Forse la nota di Grimaldi per sollecitare di dare alla luce il Piano di Sviluppo sarà stata inviata per vedere se c’era qualche anima viva …. nella Comunità del Parco.


franca zanichelli seria

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