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A Sciambere: Lasciate in pace i nostri Comuni (terza parte)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 04 marzo 2011

Dopo gli scappellotti ed i nocchini questa volta c’è il rischio concreto delle maniere forti anche perché l’idea (del Comune Unico) ha rifatto capolino e, complici i moderni mezzi di comunicazione, ha messo insieme (insieme, forse no, ma in contatto) qualche altra testa pensante, oltre al Proponente iniziale, e rischia davvero di ingenerare aspettative considerate virtuose e convincenti. Non che i promotori abbiano tutti i torti. Come quasi sempre capita, però, con le parole si possono fare molti danni, creare molte illusioni, e poi delusioni. Passare dalle chiacchiere ai fatti non è così semplice, come dimostrano tutte le passate esperienze. Ma torniamo a noi, altrimenti rischio di perdere il filo del ragionamento. La seconda ondata unionista (ed il rinascere delle pie illusioni) si è verificata con l’Istituzione della Comunità Montana, finalmente un Ente con caratteristiche tendenzialmente unificatorie, almeno per quanto riguarda i servizi. Anche se molti avevano da ridire su questa strana applicazione di un Ente per le aree montane ad un’Isola perlopiù interessata alle problematiche marine ed ambientali. Non pochi sperarono, nell’occasione, che il nuovo Ente rappresentasse davvero un luogo per mitigare i contrasti, trovare soluzioni unitarie ed unificanti, superare rivalità storicamente sedimentate. Sappiamo tutti come è andata: la Comunità Montana, trasformata in una sorta di refugium peccatorum e stanza di compensazione in un quadro molto caratterizzato dalla eccessiva invadenza dei Partiti, dopo una lenta agonia e mille voci che si rincorrevano, è stata alla fine cancellata dal Governo Berlusconi, con la scusa che si trattasse, in questo come in altri casi di un Ente inutile e costoso (sempre nella logica di alzare un polverone per i creduloni). Invece serviva, e come, perché rappresentava il più alto livello oggettivamente raggiungibile per la gestione in comune di servizi. A questa si è preteso di far subentrare un ircocefalo, un ibrido, quella Unione dei Comuni monca ed acefala che resta in piedi solo per non mettere sul lastrico i dipendenti della vecchia Comunità Montana. Rinasce quindi di muovo la panacea per tutti i mali: facciamo un unico Comune per risparmiare. Ed, invece di fare una bella battaglia tutti uniti per sopprimere un Ente davvero inutile, la napoleonica Provincia con i suoi doppioni, facciamo un bel Referendum per sapere cosa ne pensano gli Elbani. Ognuno con la sua Storia o le sue Storie, e con le sue ragioni di esistenza, i Comuni rappresentano un Patrimonio importante da tutelare e preservare di tradizioni, di “sapere”, di civiltà, di modalità di vita, di abitudini…ed anche di sana competizione e concorrenza, Non mi pare che, nel loro complesso, i nostri Comuni siano stati amministrati male, come capita altrove, anzi che siano stati il luogo di maturazione – qualunque sia il colore- di una classe dirigente buona ed in taluni casi ottima. Credo che anche l’ipotesi del Referendum riserverebbe non poche sorprese… On. Pino LUCCHESI Carissimo Pino Non ti sembri irriverente caro Pino, la citazione dei complimenti di Alfonso Mariannucci (il Sindaco comunista di Rio Marina, di professione pastore di capre, che però il grande latinista Concetto Marchesi annoverava tra i suoi più cari amici) al Prof. Emanuele Casalini (suo concorrente DC) appena al termine di un comizio cavese, quando sbalordendo tutti (allora ci si guardava in cagnesco ai comizi) si avvicinò all'oratore e gli tese la mano, fulminandolo però mentre gliela stringeva con la battuta: "Bravo professore hai fatto proprio un bel discorso, roba che se lo facevo io lo sai cosa avrebbero detto? Alfonso stasera dev'esse' briaco!" Tenendomi molto più basso, dico che mi ha riempito il cuore di gioia constatare di non condividere per niente le tue idee circa l'opportunità di mantenere un "comune multiplo". Ultimamente ci trovavamo infatti preoccupantemente in sintonia su troppi versanti. Eccheccazzo, ristabiliamo il naturale ordine delle cose: tu sei per Grazia di Dio e volontà della nazione democristiano, io (per fortuna) comunista.


Lucchesi Pino 1

Lucchesi Pino 1