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Indigeni ed Amici di San Giovanni

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 02 marzo 2011

Caro Direttore, leggo su La Nazione che si è costituita un’associazione “Amici di San Giovanni” che può contare su una settantina di adesioni e che va a contrapporsi ad un altro insieme di persone denominato “indigeni” che rappresenta “un’ostinata ed egoistica tutela dello status quo con l’evidente scopo di tutelare la proprietà privata del portavoce del gruppo e l’esclusiva fruizione del borgo”. Tengo a precisare che il sito www.indigeni.tk, di cui curo la pubblicazione, nasce con l’intento di diffondere la conoscenza dello stato della frazione di San Giovanni e delle scelte operate dall’amministrazione comunale di Portoferraio per questo territorio. In particolare il Dossier waterfront, pubblicato sul sito, documenta le delibere del Comune di Portoferraio, della Provincia di Livorno e della Regione Toscana, finalizzate a realizzare la variante allo strumento urbanistico per la portualità turistica. Riporta anche gli articoli di stampa sul tema e le osservazioni prodotte dalle associazioni ambientaliste per la tutela del paesaggio e dell’ambiente. Inoltre un gruppo di cittadini di San Giovanni ha richiesto di essere informato sullo stato del procedimento per la redazione della variante al Regolamento Urbanistico ed è stato recentemente ricevuto dal Sindaco di Portoferraio e dall’Assessore all’Urbanistica. In quella occasione tutti i convenuti si sono dichiarati a favore di un porto turistico a San Giovanni suggerendo soluzioni per rendere questa realizzazione compatibile con la tutela del paesaggio e dell’ambiente e con le loro aspettative di residenti. Le affermazioni anonime dell’associazione “Amici di San Giovanni”, i cui aderenti sono più numerosi di tutti i cittadini di San Giovanni, sembrano invece interessate a sostenere un determinato progetto di porto turistico le cui dimensioni non sono compatibili con le caratteristiche del luogo e che certamente non raccoglie i consensi unanimi della cittadinanza locale. Paolo Gasparri Caro Paolo Intanto voglio esprimere tutta la mia personale solidarietà e la mia profonda indignazione per quello che pare un attacco meschino, becero e diffamatorio, verso la tua persona e di riflesso pure verso i tuoi congiunti. Per il resto è un film già abbondantemente proiettato: gli "sviluppisti col coltello tra i denti", i facoltosi strangolatori professionisti di territori a mezzo cemento, tacciano di oscurantismo chi si impegna perché non venga alterato l'equilibrio naturale, trovano sempre qualche corifeo, e, misurandosi con il proprio metro, laddove si imbattano in proprietari di aree che si oppongono a veder sorgere schifezze nei loro dipressi, cercano di instillare velenosamente il sospetto di un agire strumentale, giustificato da chissà quali indicibili interessi. La tecnica è sempre la solita, non basta che il cittadino preso di mira (come nel caso di specie) sia esemplare, non abbia mai speculato sulle proprie aree, né chiesto "varianti ad hoc", e non basta neppure che sia sempre più diffusa la coscienza che non c'è niente di più moderno e lungimirante del conservare quello "status quo", che altrimenti si dovrebbe chiamare "ambiente", che deve essere vissuto e quindi sul quale si può e si deve anche intervenire, è giusto quello che affermi, ma "cum grano salis" per rispondere al latinista. Non so quanto ti risulterà consolatorio Paolo ma la storia ti darà ragione, con tutta la mia stima che ti prego di partecipare a tutti quelli che "resistono" a San Giovanni ed altrove sul fronte del Water Front.


san giovanni panorama

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