Un silenzio indescrivibile nel quale sprofondare. Pesci dai colori irreali che sembrano voler comunicare qualcosa: la loro astuzia, la loro forza, la loro perfetta austera bellezza. Diventare trasparenti come l’acqua, da soli, in ascolto del mare. Il battito del cuore che vorrebbe balzare in gola. L’istinto della cattura e la consapevolezza di avere un colpo solo, come un’unica e irripetibile occasione. Avventura, emozione, dominio di se: E’ la pesca in apnea, una disciplina fantastica che da sempre affascina migliaia di appassionati. Eppure per la legge e per il Commissario del Parco che vuol fare del mare elbano un’Area Marina Protetta, siamo da considerare al pari della Pesca a Strascico. Queste infatti saranno le sole due attività interdette nel nostro mare. La categoria de pescatori sportivi in apnea è veramente stanca di essere discriminata ed accusata di ogni male del mare. Forse la colpa della sua scarsa popolarità deriva dalla scomoda eredità lasciata delle passate generazioni di fucilieri con bombole in spalla. Forse dipende dal fatto che il conto per le scorribande irresponsabili di pochi pirati del mare alla fine è stato presentato alla categoria sbagliata. Forse è l’immagine stessa della cattura di un pesce con il fucile che ci attira le antipatie di alcuni animi sensibili, che però, a ben vedere, non restano turbati dalla visione quotidiana di pesci agonizzanti in una rete o in secchio del pescatore di superficie magari sotto misura. Comunque sia, paragonare l’impatto della pesca sportiva in apnea alla pesca professionale a strascico vuol dire ignorare completamente i fatti. Punire i cittadini rispettosi della legge perché non si riesce a punire i pescatori di frodo è un controsenso. Chi non rispetta la legge oggi non lo farà neanche domani. Circolano voci che pescatori di frodo (con bombole) altro non aspettano che le maggiori occasioni derivanti da detta area. Ma questi non sono pescatori subacquei,ma sono bracconieri che la nostra categoria stigmatizza e denuncia. Noi divulghiamo le normative esortando tutti al loro rispetto, facendo corsi ai nostri associati che iniziano l’attività. A questo proposito, per il futuro, ci piacerebbe l’istituzione del permesso di pesca (del resto è così anche per la caccia), così da portare a conoscenza, anche dei non esperti, i regolamenti, le taglie minime catturabili, i vari divieti ed obblighi che disciplinano la pesca in apnea. Nell’opuscolo informativo divulgato dal Parco leggiamo che: “L’Area Marina Protetta valorizza le tradizioni locali”. Al Dr. Barbetti, Commissario del Parco, facciamo presente che la pesca in apnea è una grande tradizione locale confermata dai risultati di due campioni del livello di Carlo Gasparri e Renzo Mazzarri. A Renzo Mazzarri, che da pluricampione mondiale di pesca in apnea è ora diventato consulente del Parco per i problemi del mare, chiediamo una pubblica e forte presa di posizione che il Commissario Barbetti dovrà prendere in considerazione.
pesca subacquea 2