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Controcopertina: Riflessioni sulla seconda Assemblea sul Comune Unico all’Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 01 marzo 2011

Lunedì si è tenuta la seconda Assemblea indetta dal Comitato per il Comune unico in cui si è sviluppato un dibattito che ha iniziato ad entrare più specificamente nel merito di ciò che potrà essere l’esito del percorso per giungere alla creazione di un unico soggetto istituzionale per il governo territoriale della nostra Isola. Sono stati messi in luce tutti i vantaggi e i benefit economici che tale semplificazione amministrativa comporterebbe, comprese le possibili facilitazioni di carattere fiscale, ma anche soprattutto è stato evidenziato il fondamentale ruolo che un unico centro decisionale potrebbe avere nel programmare unitariamente interventi finalizzati a creare e migliorare tutte le infrastrutture necessarie ad un armonioso sviluppo di tutta nostra economia turistica nei vari aspetti che essa comporta. Perché questo si realizzi è necessario, però, che la maggioranza dei cittadini elbani ne siano convinti. Tale convinzione è più facilmente recepibile dal punto di vista razionale, ma molto più difficile da accettare quando si ragiona sulle motivazioni di appartenenza, sulla sedimentazione delle tradizioni e della storia di chi è nato o risiede da lungo tempo in ciascuno degli otto comuni elbani. Queste sono le motivazioni forse più irrazionali, quelle definite da molti di “pancia” che sono in definitiva proprio le più difficili da superare. Si è detto da più parti che per salvaguardare questo sentimento di appartenenza e per superare tutte le resistenze a riguardo che non sono affatto da sottovalutare, ma anzi da valorizzare per mantenere la nostra identità e per questo avere maggiore consapevolezza sulla necessità di proiettarsi verso un futuro diverso, ma con radici ben salde, ogni municipalità verrà conservata e avrà un ruolo importante in questo processo. Su questo mi permetto di fare qualche osservazione soprattutto se dovesse passare l’ipotesi che gli organi municipali possano essere elettivi. Ritengo che al Comitato per il Comune unico spetti un compito esaltante, ma insieme gravosissimo, quello cioè di innescare le motivazione per una rivoluzione che non sarà solo di carattere istituzionale, ma anche e soprattutto di carattere culturale affinchè l’unico Organo Amministrativo non venga interpretato come una sopraffazione od una sovrastruttura soffocante. E’ vero, come si è detto, che quando si è fuori dei nostri confini isolani tutti noi ci riconosciamo e ci presentiamo come elbani, ma quando siamo chiusi nei nostri confini, le nostre singole appartenenze ritornano prepotentemente ed è a questo ambito ci riferiamo quando parliamo di governo locale. Forse quello che ci unisce istintivamente è il mare che ci circonda di cui facciamo integralmente parte, che è dentro ciascun isolano come una seconda natura e che cancella i confini terrestri delle nostre diverse comunità. La rivoluzione culturale dunque consiste nel iniziare a pensare tutte le tradizioni, la storia, l’appartenenza di ciascuno come generate da una unica terra, i cui confini sono unicamente quelli definiti dalle nostre coste bagnate dal mare. Le municipalità diventeranno allora e giustamente solo delle entità amministrative per semplificare logisticamente i rapporti fra il cittadino e l’unica Istituzione locale governata da rappresentanti politici votati dalla maggioranza di tutta la popolazione elbana, senza immaginare mai che possano essere rette da rappresentanti elettivi sia pure per dirigere solo gli affari di ordinaria amministrazione, poiché anche per questi vale la regola che impone alla politica di fare delle scelte che non sono mai asettiche e prive di quelle conseguenze che poi i cittadini giudicheranno nel segreto delle urne elettorali. Se passasse tale ipotesi inevitabilmente si riprodurrebbero tutte le divisioni che da tempo ci affliggono e che impediscono spesso il nostro necessario sviluppo economico. E’ una rivoluzione culturale che probabilmente richiede più tempo per essere compiuta di quanto il Comitato si è dato per concludere tutto il procedimento. Dunque concordo pienamente con chi, come Giovanni Fratini, in rappresentanza del Partito Democratico, e come Paola Mancuso esprimeva l’esigenza di riflettere maggiormente su questo aspetto. Come partecipante al Comitato suggerisco al Direttivo di porsi come obiettivo un numero di firme da raccogliere ben maggiore di quello strettamente necessario per presentare alla Regione la legge di iniziativa popolare, considerando che ogni firma comporterà inevitabilmente anche il compito per ciascun raccoglitore di spiegare compiutamente, soprattutto a più indecisi e a quelli contrari, le ragioni per chiedere che una unica Entità amministrativa e governi tutta l’Isola d’Elba. In tal modo sia la presumibile misura dell’affluenza che la precisa consapevolezza su ciò che si andrà a decidere nel Referendum consultivo, sarà tale che anche i Sindaci contrari al Comune unico potranno essere indotti, da una opinione pubblica responsabile, a cambiare atteggiamento e finalmente confrontarsi per avere quanto meno una posizione maggiormente possibilista e per questo più rispettosa di una futura volontà popolare. L’esperienza diretta, se ben condotta, in definitiva ci aiuterà a capire se i tempi sono maturi per un rapido iter approvativo dell’iniziativa intrapresa dal Comitato o se richiederà, come suggerito, più tempo per poter maturare.


Elba mappa storica

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