Torna indietro

A Sciambere della dignità

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 17 febbraio 2011

E bravo Nichi, finalmente una proposta sensata: Rosi Bindi candidata premier, in un colpo solo la nemesi (come scrive oggi Repubblica) ma pure la catarsi (l’assessore lasci perdere, guardi le figure), forse non proprio la vendetta ma almeno la rivincita del destino e la purificazione resa necessaria dall’immondizia accumulata. Il sultano è fallito, è cotto, asfaltato e non solo sulla ridicola zucca e quest’Italia sciagattata dal suo maniacale sogno di essere “il sogno degli italiani” (e soprattutto delle italiane) ha bisogno, per rialzarsi e per riacquistare dignità agli occhi propri e del mondo, della guida di una persona che sia il suo esatto contrario, e a pensarci Berlusconi e la Bindi oltre che le iniziali del cognome, l’essere cittadini italiani ed appartenere entrambi nella classificazione di Linneo alla sottospecie Homo_sapiens_sapiens, non hanno niente in comune. Non è solo questione (anche se non è poco) di proporre (finalmente) una donna al posto di un uomo, è far sì che la schietta sincerità succeda alla ruffiana falsità, la solida cultura al ciarpame comunicativo, la solidarietà all’individualismo, l’austerità dei costumi alla sardapalesca lussuria, la misura alla sfacciataggine, la democrazia sostanziale al dittatoriale solipsismo, e via continuando… E’ una proposta forte, vincente, sdoganata pure da Prodi, l’unico italiano che è stato capace e per due volte di battere il sultano alle elezioni. Ma è una proposta che potrebbe pure naufragare silurata dalla favolosa propensione della sinistra italiana (di cui il PD sembra aver ereditato tutti i limiti) all’autolesionismo. Rosi Bindi è del PD anzi ne è il Presidente ma i primi a mostrare fastidio per l’indicazione di Vendola sono stati proprio i fan di Veltroni che come si direbbe da queste parti “riprendono gàllia”, si ripropongono con tutta la paperinesca presunzione del loro mentore, dopo aver condotto il centrosinistra allo sfascio. Ci viene in mente una battuta infernale di Giancarlo Pajetta, sparata in occasione dell’elezione di quello che poi sarebbe passato alla storia come il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani, Sandro Pertini socialista, ma di fronte alla candidatura del quale proprio il PSI craxiano pareva storcere un po’ il naso. “Per noi comunisti – disse Pajetta - il socialista Pertini è degno della carica, per i democristiani è ugualmente degno, se è degno pure per i socialisti è fatta”


Veltroni e Bindi

Veltroni e Bindi