Mettiamo le mani avanti, qualcuno storcerà sicuramente il naso trovarsi di fronte all'ennesimo corsivo dedicato al vanesio vecchio che regge le sorti d'Italia, ma cari lettori ci sarà pure un giorno nel quale il nostro imbalsamato dovrà passare la mano, verrà pure un giorno nel quale governeranno delle persone serie, e allora niente spunti da gaffe, bugie, castronerie e molti altri etcetera. Il ferro va battuto finche è caldo (sperando che diacci il prima possibile). L'evento degli ultimi giorni è stata la scomparsa di uno dei personaggi che aveva contribuito alla fortuna economica (e non poco pure politico-elettorale con le sue sperticate lodi scorrettamente cantate in programmi d'intrattenimento)di berlusconi. Mike Bongiorno (alla cui santificazione non vogliamo concorrere) è stato un fenomeno umano complesso, capace di contribuire alla modernizzazione di questo paese ed allo spalmamento di una minima cultura tra la gente quanto alla penetrazione di quella TV commerciale che non controbilanciata, anzi scimmiottata dalla emittenza pubblica, ha invaso la nostra quotidianità di spazzatura e stronzate decerebrate, ed è stata la vera "testa di ponte" inculturale su cui si è fondato il regno del sultano. Un sultano peraltro irriconoscente perché Bongiorno, era sì ancora enormemente popolare ma, pure lui, invecchiava, e collidendo con l'immagine giovanilistica di un regime in cui la vecchiezza è un disvalore, (ci voglio pince e puppe all'aria e muscoli californiani per fare audience), prima lo si confinava in un quiz da nonni e ragazzini, poi ritenendolo spremuto come un limone gli si diceva arrivederci (senza neppure un grazie, come ebbe a dire lo stesso Bongiorno che con la sua satanica finta ingenuità diceva davanti alle telecamere: "Silvio mi telefonava tutti i giorni e ora sono mesi che non lo sento...". La storia poi la sanno tutti Bongiorno riusciva ancora riciclarsi in pubblicità (dove è stato sempre un maestro) con esplicita autoironia, lasciandoci con Fiorello dei veri "cammei" (forse le sue cose migliori) e preparando la sua terza carriera su Sky, che non doveva vivere, ma che aveva dimostrato esser possibile. Ed anche perché la gente (nonostante Mediaset) aveva continuato a vederlo in questi anni, anche perché in procinto di imbarcarsi ad un'età improbabile in una nuova avventura, la sua improvvisa scomparsa ha destato un'onda emozionale che non sarebbe stata così forte se negli ultimi tempi fosse caduto nel dimenticatoio a cui era stato destinato dai famigli televisivi dell'ingrato. E naturalmente dove c'è un'onda emozionale c'è sempre lo stesso surfista, lo stesso speculatore, Lui che dimenticando il metaforico calcio nel culo appioppato al vecchio amico, correva in morte a dettarne lode funebre, esagerando cercando di stupire come al solito, definendo lo scomparso un EROE, nel tentativo smaccato di piacere, lui che per gli altri realmente crediano non provi sentimento alcuno, lui che è un buco nero che inghiotte materia dell'universo, attirata dalla insostenibile gravità dell'egoismo che lo sostanzia. Orbene, sfogliando il vocabolario che ci è più caro, accanto al termine EROE abbiamo trovato al punto 1 "mito classico nato da divinità e da mortale", al punto 2 "chi da prova di straordinario coraggio ed abnegazione in imprese guerresche, chi si sacrifica per un ideale" al punto 3 "figura di spicco in un opera letteraria etc. " al punto 4 (scherzosamente) chi in un data circostanza risulta e si pone al centro dell'attenzione" Ma Bongiorno non era figlio di Giove o Minerva, è pacifico, così come non era Rigoletto né Aida né altro persognaggio di fantasia, e atteso poi che ai funerali non si scherza, l'unica (e più comune) accezione a cui il sultano poteva riferirsi era "chi da prova di straordinario coraggio ed abnegazione in imprese guerresche, chi si sacrifica per un ideale" Ci torna in mente che l'unica cosa che forse potrebbe essere ascritta, nella documentata vita dello scomparso, a simili capitoli potrebbe essere un breve periodo di detenzione a S.Vittore da giovanissimo per aver partecipato (come tanti suoi coetanei) come staffetta alla Resistenza, periodo nel quale ebbe la ventura di avere per compagno di cella un signore che dopo averlo sperimentato avrebbe cambiato idea su berlusconi: Indro Montanelli (ma di questo le TV del sultano, cioè quasi tutte, non avranno parlato, Montanelli è quello che definì "bugiardo professionale" l'ometto, è stato il maestro di Marco Travaglio). Francamente un po' poco per farsi definire EROE. Ci pensavamo quando ci è tornato in mente un altro personaggio che il capintesta ha definito EROE: Vincenzo Mangano, boss mafioso pluriomicida che prestò servizio come "stalliere" alle sue dipendenze. Per fortuna i defunti non sentono e non interagiscono, altrimenti a sentirsi posto in così nobile compagnia tra gli EROI di berlusconi, Bongiono non avrebbe sicuramente commentato: "Allegria!" o forse sì, ma a palese presa per i fondelli.
Mike bongiorno