Domenica 16 gennaio 21 Elbonauti si sono ritrovati al Circolino della Bonalaccia. Ad attenderli Giulia e Emma, le due somare protagoniste di questa uscita. Lasciata la Bonalaccia la compagnia dei giovani esploratori Elbani, ha risalito il fosso della Galea percorrendone l’argine e poi passando dal Catro e dalle Vigne Giunche, ha iniziato la salita delle Solane, assecondando il passo delle Somare. Arrivati “sopra Zaira” abbiamo imboccato “la scorcia” che porta alla vetta di Monte Castello. Questa collina è alta solo 227 metri, ma è assai panoramica e domina il golfo di Procchio a nord e quello di Marina di Campo a meridione. In questo luogo, ideale per costruire una postazione di controllo, già in epoca etrusca vi fu costruita una grande Fortezza. Le mura ricoprono un’area di circa 200 mq. Secondo gli archeologi la prima fortezza fu edificata intorno al 450 a.c. e successivamente (circa 300 a.c.) all’interno vi fu costruita un’abitazione lussuosa, in cui risiedeva un ricco del tempo. Quello che si vede oggi sono le mura esterne larghe circa due metri, e i muri interni comunque larghi più di un metro. La storia ci racconta che intorno al 230 a.c. i Romani conquistarono l’Elba e durante la guerra distrussero la fortezza di Monte Castello dandole fuoco, come hanno verificato gli archeologi durante lo scavo, in cui hanno rinvenuto materiale carbonizzato, tra cui del grano che oggi si trova nel museo archeologico della Linguella a Portoferraio. Gli Elbonauti hanno ripercorso la storia osservando le strutture e i reperti ancora presenti: pestelli in pietra, resti di orci e anfore, tegoloni etruschi, impasti di calcestruzzo per i massetti dei solai contenenti pezzi di coccio e scorie della lavorazione del ferro. I ragazzi hanno esplorato nel massimo rispetto del sito, osservando ma senza portare via niente. In verità qualcosa abbiamo portato via: tre sacchi pieni di sporcizie varie raccolte lungo il percorso, bottiglie di plastica, cartucce di fucile, sacchetti di plastica, borracce, scatolette, etc. La giornata è continuata intensa aiutata anche dal clima primaverile, testimoniato dalle farfalle che ci svolazzano intorno nelle zone “a solana”. Passati sul lato nord della collina ci siamo ritrovati nella macchia alta e umida che evocava elfi e guerrieri, dove abbiamo trovato la preziosa argilla gialla. Gli Elbonauti hanno dato sfoggio del loro talento creativo, plasmando sculture e oggetti in terracotta, come l’Etrusco punk di Giovanni, o la conchiglia parlante di Niccolò. In questo sentiero stretto e a tratti ripido, le due somare si sono dimostrate agili e forti e ci hanno fatto capire perché nel passato erano così importanti. Dopo aver raggiunto il Salicastro e ascoltato la storia della sua gloriosa battaglia, abbiamo iniziato a rientrare con la luna già alta e il sole che tramontava. Come nella tradizione della Compagnia degli Elbonauti, siamo arrivati “a buio”, ritornando al punto di partenza: il Circolino della Bonalaccia. link al video http://www.youtube.com/watch?v=VvgsygSbmPQ La prossima avventura degli Elbonauti sarà in continente, destinazione Firenze, dove ammireremo gli splendidi monumenti, ma soprattutto visiteremo il museo della Specola e il museo di Scienze Naturali che custodisce i 5000 Elbani, oltre a numerosi scheletri di tirannosauri e mammuth.
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