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Fare chiarezza sull’operazione Pacaelmo

Scritto da : Daniele Palmieri
Pubblicato in data : sabato, 27 settembre 2003

Un gruppo consistente di commercianti portoferraiesi avrebbe deciso di incaricare un tecnico ed un legale allo scopo di far esaminare nel dettaglio la documentazione relativa alla creatura del tandem Ageno (l’Architetto)-Nocentini, ovvero la trasformazione del capannone artigianale della società Pacaelmo (alle Antiche Saline) in una nuova grande struttura commerciale. L’operazione avrebbe già in sè tutte le caratteristiche per attirare l’attenzione degli operatori commerciali piu’ direttamente interessati, e non solo di loro. Ma è ovvio che i precedenti intensi rapporti tra Ageno (il medico-sindaco) e la potente famiglia carpanese sono un motivo in piu’ per molti per tenere gli occhi ben aperti. Dalle vicende pre-elettorali, con la “discesa in campo” della Famiglia Nocentini a favore della lista di centro destra, all’elezione di un loro stretto amico, Alberto Fratti, ad assessore esterno. Dalla quasi ferragostana modifica del regolamento PIP, durante le polemiche riguardanti il Super Store Bata, fino agli indugi sulla natura e sulle misure del negozio Bricofer (una sola attività oppure tre?) risolti certamente in maniera non sfavorevole per i potenti commercianti. E si arriva al 6 giugno 2003, con un Ageno (Giovanni) che si rifiuta di concedere anche solo pochi giorni di rinvio per l’approvazione definitiva in Consiglio Comunale del Regolamento Urbanistico, come richiesto dalla minoranza. L’ultima seduta della Commissione urbanistica si è tenuta la sera prima. Ma il Sindaco ha fretta. Molta fretta. Nella stessa seduta viene approvato il nuovo piano del commercio, strumento che di fatto consente la nascita di nuove strutture di media dimensione, purchè si possa aver rastrellato licenze di qualunque tipologia. Nel febbraio 2003 parte ufficialmente l’operazione di cambio di destinazione d’uso e ristrutturazione dell’immobile di proprietà della società Pacaelmo sas, il cui legale rappresentante diventa, dal marzo successivo, Tiziano Nocentini. Qualche migliaio di metri cubi in un unico volume che si decide (così recita la DIA presentata al Comune) di dividere orizzontalmente con un solaio all’altezza di 3,5 metri. Di fatto, il fabbricato diventa composto da due piani. Ma allora forse servirebbe qualche permesso in piu’, forse un iter piu’ lungo e complesso. Forse di non sicuro risultato. Pronta la risposta del progettista Ageno (Nicola): lo spazio tra il nuovo solaio ed il tetto sarà chiuso e non utilizzabile. Per realizzare il nuovo solaio pero’ servono, a detta dell’Ageno (del figlio, non del padre medico) rinforzi dei pilastri e delle fondamenta. Insomma, il solaio da’ problemi, tanto che è necessaria già in agosto una terza DIA, per “variante in corso d’opera” in modo da spostare i pilastri allo scopo di dare maggiore solidità all’(inutile, ndr) solaio. Resta un aspetto, forse non l’ultimo, a incuriosire i commercianti (ma non solo loro....): era possibile cambiare la destinazione d’uso del fabbricato? Soprattutto, lo era quando l’operazione ha avuto inizio a febbraio? Forse si. Nel giugno 2002 era stato approvato il Piano di localizzazione delle aree portuali che prevedeva la possibilità, nelle zone interessate, di insediare attività di vario tipo. In mezzo ai vari riparatori e meccanici, alla vendita di articoli per la nautica, etc etc.tra due belle virgole, appariva la parola “magica”: supermercati. E la barca Nocentini va, spinta da un forte vento, tra Conad, Bata, Bricofer e Pacaelmo. Diventa sempre piu’ gigantesca. Una grande azienda a cui servono sempre più collaboratori. Avete qualcuno da segnalare?


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