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Per Pasquale Berti l'Amministrazione Ciumei è "il nulla che s'avanza"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 19 novembre 2008

Impietoso. Non riusciamo a trovare un aggettivo più calzante per definire l'attacco di inusitata durezza che l'ex-Sindaco Pasquale Berti dedica all'attuale primo cittadino. Berti che pure aveva favorito e "benedetto" la lista di centrodestra che con il suo (probabilmente decisivo) appoggio, aveva vinto le elezioni marinesi, ad un anno e mezzo dal varo della nuova giunta, reagisce ad un intervento di Ciumei sulla vicenda del Cotone (bis), con una bocciatura complessiva dell'opera di governo del suo successore al quale riserva ora bordate, ora stilettate, contestandone pressochè tutte le scelte. Ecco qui si seguito il testo dell'intervento di Berti Un esilarante e debordante articolo del Sindaco pro tempore di Marciana Marina, è riuscito a far volare la mia fantasia: prima, mi sono ritrovato con Dante, Beatrice e la “donna dello schermo”; poi, più leggero, in una sala cinematografica dove si proiettava “La storia infinita”, con i suoi personaggi attoniti, preoccupati, spaventati per il “Nulla che avanza”. Era forse questo il vero intento dell’articolo: nascondere il “Nulla” che regna attualmente, attaccando le Amministrazioni precedenti; distogliere l’attenzione dai seri problemi che attanagliano il nostro paese, sparando ad alzo zero su tutto, purché non si parli della grigia realtà che ci sovrasta. Criticare il progetto del Cotone voluto dalla mia Amministrazione e realizzato da quella di De Fusco, o parlare delle spore sugli scogli, mi sembra ridicolo e offensivo dell’intelligenza umana. Sono andato a rivedermi il lavoro e ho trovato bello sia lo scalo (che aveva, all’inizio, delle travi per tirare in secco le barche anche senza parati), sia la pavimentazione della strada, sia la piazzetta. Il Cotone ne è stato sicuramente valorizzato, non danneggiato. Ma forse il Sindaco pro tempore è in possesso di uno studio dell’ “Università di Lucca” che sostiene il contrario. Infatti, da qualche tempo, nel nostro paese tutto è lucchese: geologi, avvocati, architetti e in futuro – a quanto si mormora – anche le imprese. Vuoi vedere che vogliono cambiare anche lo stemma, sostituendo la Torre con le mura di Lucca? I professionisti seri esistono anche all’Elba: non sarebbe meglio far lavorare la nostra gente? Tornando al Cotone, le colate di cera potrebbero facilmente essere evitate: basterebbe predisporre, la sera della festa di Santa Chiara, un sistema di vigilanza per impedire alla cera di finire sugli scogli. I contenitori, di cotto o metallo, sono stagni. Si tratterebbe solo di bloccare il “fattore umano” e si potrebbe così mantenere in vita una tradizione che risale alla fine degli anni ’50, quando, con Don Zeni, Grazia Paolini, Mario Corsi, Luciana, Santina, Vanna, Gian Piero, Defendente e Beppe Tondi, decidemmo di potenziare la festa della Patrona con la processione in mare e realizzammo la fiaccolata che andava dal porto fino alla Madonnina di Punta Nera. Migliaia di luci brillavano tremule e rendevano magico e irreale il lungomare (il miracolo poi si ripeteva il venerdì santo). Ora tutto è diventato più brutto e anonimo e la festa di Santa Chiara si riduce ad uno spettacolo, per quanto bello, di fuochi artificiali. Le critiche del Sindaco mi ricordano quel signore che, uscito dal Tempio senza togliersi il cappuccio che gli copriva testa e faccia, continuava a criticare tutto senza vedere niente. Dopo aver cercato di demolire l’operato dell’Amministrazione Martini, non bastando, per dare ancora fumo negli occhi, si attaccano le Amministrazioni De Fusco e mia. A quando le accuse per quelle del dott. Bonanno, dell’avv. Vadi e del comandante Sardi? E quali devastazioni apprenderemo che ha lasciato il primo sindaco, Parilli? Lasciate stare il passato, parlate al presente, guardate al futuro che è già nero anche senza di voi. Occupatevi dei problemi reali del paese che sono tanti e seri. Stanno per chiudere sei attività commerciali, il paese sarà più povero e più triste, ma tutti zitti. Perché non si incentiva il commercio? L’anno prossimo, con la chiusura del Residence Saint – Claire ( e l’autorizzazione definitiva, che ritengo scellerata, è di questa Amministrazione) avremo 15.000 presenze in meno. Ma nessuno ne parla, nessuno mostra di essersi pentito. Non hanno preso nessuna iniziativa per cercare di accelerare l’iter per i comparti delle prime case, con notevole danno economico per le famiglie che, per i tempi lunghi, vedranno lievitare i costi di costruzione e assottigliarsi i loro risparmi (e il Comune ha aumentato – pare – anche le spese di urbanizzazione). E che dire del parcheggio di San Pietro? Con una scelta disinvolta, hanno deciso di potenziare il progetto della precedente Amministrazione, ma senza rispettare le dovute procedure; lo sbancamento effettuato, superiore al previsto, ha minacciato la stabilità della strada provinciale e si è dovuto provvedere a metterla in sicurezza. Tutto ciò costerà a noi contribuenti dai 100.000 ai 200.000 euro in più (oltre ai tanti disagi). Ho in mente poi la Piazza della Chiesa dove, per incuria, si sta perdendo il prezioso mosaico; il cimitero, il cui ingresso e loggiato sono indegni di un paese civile, nonostante gli sforzi del vice – sindaco per la sistemazione del campo; la parte interna del paese, in abbandono totale; la superficialità con cui stanno affrontando i problemi dei tagli che incombono sulle nostre scuole ; la biblioteca supermutilata; la cattiva conduzione della questione “torre” che sta tanto a cuore alla nostra gente, come dimostrano le 400 firme raccolte dalla Sinistra marinese e che ora li costringeranno, obtorto collo, a recepire la volontà popolare e a fare finalmente qualcosa di concreto per ottenere l’uso pubblico del nostro simbolo; e, infine, le minacce portate al nostro bel lungomare, prima con quella massicciata di sassi davanti al Circolo della Vela, maldestro tentativo di raddoppio della passeggiata; poi, con l’infausta idea, ancora in fieri, di una serie di terrazze sul mare, destinate ad ospitare ristoranti e bar. In più di un’occasione ho avuto modo di dire che a tutte le Amministrazioni che si sono susseguite finora va riconosciuto il grande merito di aver lasciato intatto il lungomare, così come ce lo hanno consegnato i nostri vecchi: armonico ed elegante con le sue belle costruzioni. Visto quanto hanno fatto finora gli attuali amministratori, temo seriamente che vogliano rovinarlo. Sarebbe un errore gravissimo. Già ci attanaglia la crisi mondiale. Per difenderci, noi che vendiamo l’effimero, dobbiamo puntare sullo charme e sull’appeal. Se perdiamo la parte più ammirata del nostro paese, quella che lo rende unico ed inimitabile e se, per giunta, ci giochiamo anche manifestazioni di richiamo come Elba Jazz, non so a quali divinità dovremo appellarci. Io, da parte mia, ce la metterò tutta e pregherò Santa Chiara perché salvi questo paese anche dai galoppini esterni che lo insidiano. Chi non crede a Santa Chiara, preghi Budda, Kalì, Visnù, Maometto o si rivolga magari al “grande Architetto dell’universo” perché aiutino Marciana Marina e la sua gente. Voglio infine dire che non intendo più scendere in queste polemiche che non mi piacciono e non possono piacere. Ma sarò sempre pronto a segnalare i problemi del paese che amo e che voglio sia all’altezza di quella fama che si è saputo conquistare da 50 anni a questa parte. Le polemiche inutili e pretestuose le lascerò a coloro che ne hanno bisogno per cercare diversivi che li difendano dal Nulla. Ora mi aspetto dispetti e rancori per me e i miei amici dal momento che, a quanto pare, cambiando religione, si sono dimenticati dell’invito cristiano a porgere l’altra guancia. Mentre scrivo, mi sovviene una poesia di Giuseppe Giusti, di cui ricordo il finale, e così concludo con una citazione dotta: “Povera gente lontana da’ suoi/ in un paese qui che le vuol male/ chi sa che in fondo all’anima po’ poi / non mandi a quel paese il principale”. È un ricordo giovanile; mi auguro che non sia la feroce realtà. Forza Marciana Marina! Forza Marinesi! Nonostante tutto, abbiate fiducia e perdonate la mia franchezza.


Marciana Marina alto

Marciana Marina alto