Nel palazzo della Biscotteria, nell'ora che volge a quello che pare il prodromo dello sputtanamento finale, cambi di serrature e strette consegne chiusura degli uffici, anche la zona degli amministratori diventa meno accessibile, mancano solo i vigili urbani in assetto di guerra a difendere il fortino assediato. Una situazione preoccupante su tutti i fronti, con i Carabinieri alle porte (anzi già nel cortile, con i sigilli all'ufficio urbanistica) con la frastagliata schiera dei contestatori rinforzata, dagli appena giubilati Sirabella e Giudicelli, con l'ex-consigliere delegata al commercio che manda minacciosi messaggi criptati. Si ha notizia di un provvedimento gravemente punitivo per l’Architetto Elisabetta Coltelli, “retrocessa”, cioè privata della qualifica di Dirigente dell’Ufficio Tecnico, settore Lavori Pubblici, a neanche sette mesi dalla sua nomina. I motivi ovviamente non conosciamo, almeno ufficialmente, ma per giustificare una tale misura la dipendente dovrebbe essersi macchiata di gravissime negligenze, cosa sulla quale crediamo sia lecito almeno un poco dubitare. Nello stesso giorno ai Capigruppo Consiliari portoferraiesi viene recapitata una lettera di un altro dirigente del Comune il Dott. Luca Donati (unanimente considerato come un “cervello” amministrativo di prim’ordine, “corteggiato” pure da altre Amministrazioni, ma “parcheggiato” dalla giunta Ageno, alla cultura). Donati scrive una missiva in cui tra l’altro lamenta il clima irrespirabile in cui si trova a lavorare e le “interpretazioni” delle norme da parte di un’amministrazione che esce dalla sua descrizione come sempre più allo sbando: “Quello che più preoccupa – recita un brano della lettera di Donati – è la consapevolezza che il Consiglio Comunale abbia deliberato una salvaguardia degli equilibri di bilancio assolutamente incompleta ed a mio avviso contraria al dettato legislativo” Ed un altro passo della lettera di Donati esemplifica i suoi rapporti con l’Amministrazione: “Durante un periodo di malattia (trauma cervicale da incidente stradale) nel Febbraio 2001, sono stato convocato più volte in Comune per risolvere problemi urgenti. Subito dopo ho ricevuto una raccomanda con la quale il Sindaco Ageno mi diffidava dal presentarmi sul luogo di lavoro. Nei giorni scorsi si sono verificatisi casi analoghi a miei colleghi, ed il trattamento riservato è stato completamente diverso”. Non si può dire certo che la Giunta Ageno abbia adottato in questi anni la linea della ottimale valorizzazione delle energie interne. Al contrario il primo Sindaco berlusconiano di Portoferraio ha tentato di "raddrizzare la schiena" al Comune imponendo un suo staff di fedelissimi. Quasi nessuno si ricorda più di quel tal Paoli un “superconsulente” lautamente pagato che avrebbe dovuto indurre, grazie alla sua scienza organizzativa, un epocale mutamento nella gestione del Comune, che però non si vide né prima né dopo la sua partenza per approdare a bosiane sponde, un provvidenziale fatto che tolse dall'imbarazzo Ageno e l'allora sua solida maggioranza. Il Comune ha puntato soprattutto sulla pattuglia di collaboratori ereditati da Porto Azzurro (Maltinti, Gaudenz, Cecchi) ai quali Ageno ha affidato ampie competenze, ma che sono anche stati con tutta probabilità i dipendenti del comune di Portoferraio storicamente più contestati per il loro agire, dalle opposizioni e non solo. Per il resto salvo qualche eletto, economicamente ben gratificato, la macchina amministrativa portoferraiese non è stata né conquistata, né adeguatamente usata dalla peggiore giunta portoferraiese che si rammenti, e certo oggi non si straccia collettivamente le vesti per la parabola discendente della Giunta Ageno, che non può neppure vantare una vera e propria maggioranza in Consiglio e che ormai viaggia verso la cronaca di una poco gloriosa morte annunciata.
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