Carissimo Pietro Gori perdonami se disturbo la tua pace eterna, ma credo che ne valga la pena. Se nel posto in cui sei tuttora ti è dato consultare il curriculum – nell'archivio “Ancora viventi”, spero – di chi ti scrive, scoprirai che il soggetto non crede in un aldilà, con annessi e connessi. Perché questa lettera paradossale, dunque? Perché, attualmente all'Elba, scrivere a uno morto da un pezzo ha molto più senso che scrivere per molti dei protagonisti-zombie di questo cimitero politico, mediatico, sociale che è spesso l'isola. Ma veniamo al punto vero. Questa, caro Pietro, è una missiva di scuse. Tu sei trapassato, spiacente se te lo ricordo, l'8 gennaio 1911. Ora, pur non avendo un pallottoliere sotto mano, a occhio e croce direi che l'8 gennaio 2011 ricorrerà il centenario della tua morte. Tra poche settimane, quindi. Facendo una ricerca su internet – una tecnologia di cui non so se hai contezza, che forse ti sarebbe piaciuta, anche se difficilmente immagino il tuo profilo su una di quelle armi di distrazioni di massa borghesi come i social network – ho trovato rare iniziative a celebrazione di questa ricorrenza: una di un comitato empolese, una della biblioteca Serantini di Pisa. Nessuna nella tua Elba. E per questo, a nome dei nostri conterranei, ti faccio le scuse. Per ora. Perché spero che siano revocabili. Spero, carissimo Pietro, che in questo breve lasso di tempo che ci separa dall'8 gennaio venga organizzato qualcosa a te dedicato. So, da tuoi scritti, che detestavi idolatrie e culti della personalità, men che meno quelli attinenti alla tua persona. Ma è anche vero che credevi nell'importanza della memoria, come dimostrasti nella tua conferenza a Portoferraio in ricordo di quello straordinario spirito libertario di Francisco Ferrer. Mi spingo oltre. Spero che il programma di questa celebrazione parta una volta tanto dal basso, in spirito anarchico in linea coll'omaggiato, senza il cappello di qualsiasi istituzione o sponsor. Un volontariato dei cultori della memoria, dove ognuno partecipi col suo piccolo contributo. Spero che se ne facciano “azionisti” soprattutto quei rappresentanti della cultura elbana (che sono sicuro esiste ed è più viva di quanto sembri). Quella cultura di cui ti facesti animatore e divulgatore nel 1908, con la costituzione del comitato “Pro Cultura”. E chiudo facendoti una domanda. Se gli anni 2014-15 saranno dedicati all'importante bicentenario dell'esilio napoleonico, perché non fare del 2011 l'anno goriano, con un calendario di incontri, celebrazioni, dibattiti e quant'altro nelle date simbolo del tuo mondo? Dante dava alle anime dei morti il dono dell'antivedere. Se davvero sei da un'altra parte e il sommo poeta ci ha visto giusto, saprai come andrà a finire. Se va male non avvertirmi, ma considera già rinnovate le mie più sentite scuse. Se va bene non avvertirmi lo stesso: adoro le belle sorprese. Sinceramente (ma spero il più tardi possibile) tuo
Pietro Gori