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Portoferraio: 300 ricci salvati dalla prossima cementificazione portuale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 11 ottobre 2010

Quelli più datati tra i ferajesi, e pure gli ospiti “storici” di Cosimopoli si ricordano un profilo dell’area portuale molto diverso: le fortezze più vicine all’acqua, con i banchinamenti a filo delle “calate” (molto più strette di oggi, perfino la Darsena era più larga) interrotti dagli scivoli del “canterino” che si affacciavano su un’ ampia area strappata al mare dove ora c’è la Banchina d’Alto Fondale e la raddoppiata Calata Italia. Amministratori ed urbanisti hanno deciso (contro, nel caso, l’ininfluente parere delle associazioni ambientaliste) di strappare altro spazio al mare di cementificarne ed asfaltarne ancora dei pezzi e “siamo alle porte coi sassi” a giorni si inizierà a colare cemento, palificare etc. Due ferajesi (veri) hanno deciso quindi di fare una piccola-grande cosa per sopperire in minima parte all’inevitavile danno ambientale collegato alla meraviglia ingegneristica prossima ventura che sta per esserci ammannita. Per tutta la mattinata di sabato Marcello Strani e Mario Casini, armati di retino e raschietto montato su una lunga canna hanno “pescato” dalle pareti delle banchine nelle acque del porto i ricci di mare ai quali non sono state notificate le ordinanze sindacali e per questo destinati ad essere spappolati dal progresso. Alla fine della pesca nelle capaci baie piene d’acqua salata c’erano 300 ricci che sono stati di nuovo liberati in mare poco distante ma al sicuro, presso le scogliere nelle quali è incastonata la spiaggia delle Ghiaie. Ed i due hanno pure deciso di ripetere l’operazione, sabato prossimo. Certo, ci sarà pure qualcuno che obietterà che la sopravvivenza di 300, 600 o 1000 individui di una specie così poco “nobile” e diffusa è poca cosa rispetto al mantenimento degli equilibri naturali, ma consideriamo l'azione di Strani e Casini lo consideriamo come, emblematica, altamente significativa, e ci complimentiamo con loro per la lezione di sensibile civiltà che hanno impartito. La notizia ci ha messo di un tale buonumore da sperare che, per avventura qualche vindice riccio salvato, o qualche suo discendente un giorno o l’altro pianti i suoi aculei nei piedi o nei glutei di chi, a titolo diverso, porta la responsabilità dell’ecatombe cementizia, e di disinvolti altri usi del territorio.


Salvataggio ricci 1

Salvataggio ricci 1

Salvataggio ricci 2

Salvataggio ricci 2

Salvataggio ricci 3

Salvataggio ricci 3