Moby S.p.A., in relazione all’evento accaduto in data 30 giugno, relativo alla caduta di un cane di piccola taglia da una nave in navigazione da Portoferraio verso Piombino, si dispiace per la perdita dell’animale e comprende lo stato d’animo dei proprietari. Tuttavia tiene a precisare alcuni fatti che sono stati omessi, o travisati, dal racconto fatto dai proprietari stessi. Non sappiamo se la proprietaria aveva il cane al guinzaglio, come prescritto dalla normativa di bordo, ma era in braccio alla padrona la quale, imprudentemente, era a sua volta affacciata alla ringhiera facendo sporgere l’animale sul lato destro di poppa, sulla verticale delle eliche della nave. Immediatamente dopo la caduta del cane in acqua, la signora (proprietaria dell’animale) è stata presa da una crisi di pianto e affiancata da due marinai Moby per capire che cosa fosse successo. Appresa la notizia, i marinai hanno avvertito il comandate della nave che ha immediatamente attivato la procedura di “Uomo a Mare”; tale procedura prevede che siano attivate delle vedette (in questo caso due) e l’inversione della rotta dell’imbarcazione di 360° fino ad arrivare, grazie a sofisticati strumenti di geolocalizzazione, al punto preciso in cui l’uomo (in questo caso l’animale di piccola taglia) è caduto in acqua. A tale proposito ricordiamo che una nave delle dimensioni di quella in oggetto non è un motoscafo da diporto e richiede alcune miglia prima di arrestarsi. Purtroppo il piccolo animale non è riuscito a resistere il tempo necessario al soccorso probabilmente perché tramortito, e forse anche ferito, dall’impatto con l’acqua o dal risucchio delle eliche. Rinnovando il nostro dispiacere per la perdita del piccolo animale, suggeriamo ai clienti di non sporgersi mai dal parapetto della nave, men che meno con un cane in braccio e di prestare maggior attenzione alle norme di bordo che impongono di tenere al guinzaglio gli animali, usando il massimo buon senso per evitare simili deprecabili accadimenti.
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