Caro Sergio, ti scrivo in merito all' "A Sciambere delle due fatiche". Non entro nel merito di tutto il pezzo ma mi voglio soffermare solo l'ultimo passaggio, quello in cui, più o meno velatamente, accusi il segretario del PD elbano di condizionare le scelte urbanistiche di quest'Isola per i suo appetiti personali. Lasciami dire, caro Sergio, che questa è una caduta di stile molto grave da parte tua. Soffermiamoci per un attimo sull'assurdo concetto che un architetto non può fare politica: non credi che ad esempio una persona tanto cara all'urbanistica e alla sinistra italiana come Giuseppe Campos Venuti si potrebbe fare una grassa risata? Ma se il tuo ragionamento è vero dovremmo pretendere il silenzio dei maestri e dei professori sulla riforma Gelmini, dei magistrati sulla riforma della giustizia e dei medici sui vergognosi tagli che la sanità italiana sta subendo. Personalmente parlando, se si parla di urbanistica e di architettura preferirei che se ne occupasse qualcuno che almeno, e dico almeno, ne abbia studiato le basi. C'è chi lancia strali sulla cattiva urbanistica e si riempie la bocca di impatti ambientali senza uno straccio di preparazione in materia ma nessuno glielo fa notare, anzi ci si precipita a fargli da megafono. Vedi caro Sergio, hai perfettamente ragione che in politica si deve imparare a prenderle senza arrabbiarsi troppo. Ma a parer mio bisogna anche imparare a darle bene. Quando si attacca sul personale un politico o un amministratore si rischia di fare la figura di quelli che hanno esaurito le argomentazioni politiche. E permettimi di aggiungere che per criticare un progetto politico, legittimamente, come quello del PD elbano lo si dovrebbe conoscere. Ben lungi dall'insegnarti la professione che tanto egregiamente svolgi, io però credo che i giornalisti che si occupano di politica devono anche ascoltare ed essere presenti in quei luoghi dove i partiti espongono i loro progetti e non limitarsi ad ascoltare solamente la parte politica che si sostiene. Capisco bene che militare in un partito che vive di voto di protesta e che trova nell'attacco quotidiano al PD "a prescindere" uno dei suoi pilastri fondanti può portare anche a questo ma mi chiedo quale impatto possa avere tutto questo sui nostri elettori. Mi spiego meglio: che credibilità può avere un partito che un giorno si e l'altro pure ne attacca un altro ma quando arrivano le elezioni sono entrambi alleati, e magari insieme governano già regioni, province e comuni? Bisognerebbe essere coerenti. Il PD in passato l'ha fatto e la sinistra oggi si trova fuori dal Parlamento, non per il tanto discusso voto utile, ma per il voto degli italiani che preferirono non votarli dopo la disastrosa esperienza del governo dell'Unione pervaso da un altissimo tasso di litigiosità. Sarebbe il caso di rallentare un po' tutti e rifletterci su. Dario Ballini Segretario PD Rio Marina e Cavo Caro Dario Lo sai a me piace rispondere in ordine sparso e inizio col dirti che non condivido neanche un capello della tua analisi sulla fine del tanto vituperato (ce lo avessimo ancora!) Governo Prodi, che se un killer lo ha avuto, non si chiama "litigiosità", ma si chiama e si chiamerà storicamente Walter Veltroni, quella sciagura fattasi uomo che con il suo siglare la riedizione del patto Von Ribbentrop-Molotov in salsa italo-bipolarista, con l'apertura di credito (un'altra!) allo psiconano del Novembre, ed con il suo sogno (fallito, tre volte fallito) egemonico sulla sinistra italiana, l'ha condotta verso la peggiore batosta della sua storia recente. La storia non si fa coi se e coi ma, ma senza la calata di brache veltroniana, la sua legittimazione dell'illeggittimabile, non ci poteva essere il predellino e nefaste conseguenze. Hai ragione circa la necessità di avere contezza delle materie specie tecniche di cui si parla, e sulla necessità che, non la sinistra ma la politica usino le risorse umane competenti, ma la grassa risata (conoscendolo un po' direi meglio una risata incazzata) Campos Venuti (già amministratore dell'urbanistica di Bologna oltre che esimio studioso), se la farebbe se tu gli proponessi di fare l'assessore all'urbanistica di Cimabluette, o di occuparsi dei falsi peep da ladri di polli i cui devastanti effetti continueremo per sempre a sentire. Specificando poi che io non ho accusato di fatti circoscritti proprio nessuno (quando lo faccio, mi conosci, vuol dire che ho elementi in mano e preferisco la sciabola al fioretto), qualcosa avrei da dire pure circala supposta primazia tra chi i rudimenti di politica urbanistica li ha appresi nelle aule universitarie o preparicchiando esami, su chi li ha acquisiti "sul campo" magari studicchiando qualcosa pure lui. Tra i vecchi libri che tengo a portata di mano ce n'è uno proprio di Campos Venuti che s'intitola (Toh!) "Amministrare l'Urbanistica"; lasciami dubitare che lo abbiamo letto (pure tra i tecnici) in molti all'Elba, e in più, visti i risultati, temo che a capirlo siano stati anche meno di quanti l'abbiano letto. Quella dei tecnici al governo dei partiti ed al governo della politica è argomento sfaccettato che, hai ragione, non si può liquidare con una battuta: infatti la questione di una incompatibilità etica tra governo di un territorio ed esercizio della privata professione di tecnico SU QUEL TERRITORIO personalmente sono 30 e più anni che la sollevo, quindi da ben prima che si materializzassero le giunte dei geometri di centrosinistra e centrodestra marcianesi, ben prima che l'architetto questo o quello fosse colto dal tardivo sacro fuoco della politica esercitata nelle proprie pertinenze professionali. E, tanto per metterci un carico da 11, credo che ce ne sia un'altra di incompatibilità morale, pure più stridente, quella tra l'esercizio della professione del medico di famiglia e la elezione nei consigli comunali, dalla quale un tempo ci preservava pure la legge. Sulla attenzione che i giornalisti debbono portare anche a chi non la pensa come loro, si sfonda una porta aperta, ma un giornalista non è un megafono a comando e tantomeno "Paggio Fernando". Un giorno Dario ad un sindaco che lamentava la mancata presenza alla sua conferenza stampa della mia testata (l'Unità) feci notare che i sindaci elbani lui compreso erano 8 e i corrispondenti diretti di giornali nazionali all'Elba 1, e non poteva avere "il dono dell'obliquità" come disse un noto educatore elbano. Tuttavia se anche ho mancato di fare da tappezzeria a qualche poco affollato dibattito, non credo di aver mai censurato, ignorato, stravolto redazionandola malevolmente, alcuna ufficiale esternazione del PD, che ritengo una forza importante per la nostra democrazia, pure se in rapido inarrestabile declino culturale ed in allontanamento costante dalla gente della sinistra e dai suoi bisogni. Personalmente poi non mi ha mai affascinato il voto di protesta, al massimo ho dato qualche voto di testimonianza, che è cosa diversa, ho aderito al progetto (assai meno verboso, a mio opinabile parere, ma più ricco di umanità) di S.E.L. e di Vendola, perché lo considerò più originale, più nuovo, più incisivo, più trasparente, più legalitario, più solidale (cioè più di sinistra) di quello del PD, e credo pure di non aver puntanto su un cavallo bolso, ma su un buon trottatore in costante rimonta. Poi chi vivrà vedrà. Un abbraccio Ah .. a proposito, se tra le file di SEL è iniziato un tentativo di campagna "riacquisti" con volenterosi "pentiti" che vanno in giro in delegazione come accade in questi giorni da altre "pecorelle smarrite", facendo voti perchè con loro rientrino, con gli onori dovuti al figliol prodigo, nell'ovile di antica provenienza, vuol dire che questo partitino, secondo te senza futuro, preoccupa, e neanche poco.
Cavallo nero