L'ospitalità elbana batte manolesta Ancora non capito se a colpire sia stato manolesta oppure il destino cinico e baro. Certo è che la sera di mercoledi 25 agosto, appena rientrato da Roma e quindi con le tasche rimpinguate, mi sono ritrovato in mezzo alla strada. All'uscita dal cinema arena di Marciana marina, ho ricevuto la brutta sorpresa di non avere più il portafogli con annesso un bel gruzzolo di quattrini, carte di credito, patente di guida, tessera sanitaria ecc. ecc. Altrove probabilmente, sarei stato costretto a rimpatriare con il foglio di via e ad abbandonare l'auto. Invece, è scattato lo spirito di solidarietà e di accoglienza che non mi merito per aver spesso sparlato dell'Elba da queste pagine di Elbareport. Intanto, l'indomani ho scoperto che a Marciana marina erano stati restituiti ben tre portafogli smarriti ai legittimi proprietari mentre del mio, purtroppo, nemmeno la puzza. Comunque, gli amici di Poggio hanno fatto a gara nel prestarmi denaro. Il Monte dei Paschi della Marina, dove non sono più correntista dall'epoca di Pasquale Berti, ha escogitato un conto da riempire tramite bonifico della mia banca che non ha filiali nell'isola. I Carabinieri, dove ho sporto denuncia identificandomi sulla parola, mi hanno fornito di un permesso provvisorio di circolazione. Mi ravvedo e mi batto il petto per aver avuto la lingua troppo lunga! ROMANO CANTASTORIE ELBANO Caro Romano un giorno lontano lontano quando ero un dipendente pubblico assai sgobbone, un amministratore provinciale restando (bontà sua) positivamente colpito dal lavoro che svolgevo disse "... ma questo ragazzo bisogna RIportarlo a Livorno!" e ci rimase quasi male nell'apprendere che non venivo dalla città labronica né mi interessava andarci a lavorare. Poco dopo quando, sempre come dipendente, subii un pesantissimo torto, oltre il filo della discriminazione politica, con il mio Partito ed il mio Sindacato assai distratti, ricevetti la telefonata di un responsabile regionale del settore dove operavo che mi disse testualmente: “Ti hanno trattato in maniera indegna, vergognosa .. abbiamo deciso di portarti a Firenze …” e ci rimase quasi male pure lui nel sapere che preferivo restare qui, con un impiego di ripiego ad assistere all’andare a puttane di un lavoro che mi ero costruito sputando sangue per quattro anni lavorando di media più di 10 ore al giorno delle quali solo 6 pagate. Dirai tu che cosa mai c’entrano le mie vicissitudini con la tua vicenda, c’entrano, perché le mie decisioni di allora non erano solo o non tanto dettate dall’adagio popolare, spesso citato da Elvio Diversi: “ è meglio esse’ testa di sardina che coda di pescecane”, ma anche perché semplicemente vivere in un posto come questo comporta, nel bene e nel male, essere sempre qualcuno, tanto che per nascondersi qui bisogna ricorrere a mezzucci, ai blog che in fondo molto spesso finiscono per essere oltre che un “posto” dove chiunque può dire la sua (e non è male) anche la versione “updated” delle fetentissime e carognesche lettere anonime d’un tempo (che è malissimo). E quando sei abituato a stare tra gente che comunque il giorno dopo ritroverai per strada è più facile rispettare il prossimo, essere portati ad aiutarlo, anche se quel “prossimo” in particolare non lo vedrai più. Ora vedi Romano, negli ultimi tempi molto spesso sono stato assalito dal timore che anche la mia isola si stesse omologando (profondamente in basso) al resto di un paese in profonda crisi di valori ancor prima che economica, vedendo emergere perfino in una classe dirigente (che disistimo mediamente assai) più lo scimmiottamento che l’originalità di pensiero, l’importazione acritica di modelli culturali e comportamentali “foresti”. Per questo ho letto con sollievo la tua “minima cronaca” che conferma che c’è ancora su questo scoglio qualcosa di cui si può andare (“fieri” è un parolone) contenti. Qualcosa che è infinitamente più importante degli sciocchissimi orgogli di campanile, un valore, appunto.
marciana marina dall alto