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Anselmi sindaco di Piombino non è certo della scuola di Renato Pollini

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 24 agosto 2010

Su Il Tirreno del 21 agosto il sindaco di Piombino Gianni Anselmi pur dicendo di voler ignorare la mia ‘spocchia pedagogica’ e avere liquidato le mie osservazioni critiche sulle dichiarazioni di Tortolini come tipiche di chi non ha dimestichezza con la realtà, conclude che sono impegnato esclusivamente nel ‘segnalare la propria esistenza’ Poiché per segnalare la mia esistenza politico istituzionale ho avuto non poche opportunità negli anni da vice sindaco e presidente della Provincia di Pisa nonchè deputato del PCI per 11 anni e una lunga vicepresidenza del parco di San Rossore, la prima cosa a cui ho pensato è che il sindaco di Piombino non appartiene certo alla tradizione di Renato Pollini né a quella dei sindaci toscani che non erano e non sono fighetti e tanto meno semplicemente e gratuitamente offensivi e spocchiosi. Un sindaco -specie di questi tempi- non può permettersi di buttarla in vacca quando si tratta di questioni oggi al centro di un dibattito delicato a cui per partecipare non occorre certo l’autorizzazione. Sindaci e dirigenti di partito sono gli ultimi che possono permettersi di prendere cappello e bastone e fare gli offesi se qualcosa del dibattito non gli va. E non possono neppure incavolarsi più di tanto come accaduto anche nel recente passato se romani noti e meno noti, professori e non, con seconda casa in Toscana mettono becco nelle nostre faccende. E visto che oltre alla casa ora stiamo discutendo anche di come fornire e non solo a loro nuovi posti barca, sarà bene evitare altre bischerate. Tanto più che uno potrebbe chiedersi perché si perdano le staffe dinanzi alla semplicissima richiesta di un confronto ‘regionale’ sui progetti finora approvati e sulle prospettive della nostra costa e non solo in ordine alla nautica. Su l’Unità della Toscana di sabato 21 agosto se lo chiedeva anche Simona Baldanzi in un articolo non a caso intitolato ‘Cemento fantasma sulle coste’ ( le nostre) Questo era e rimane il punto specie dopo gli interventi di Tortolini e di Sani ma anche di altri in varie parti della regione dove fortunatamente non mi pare seguano l’esempio dell’Anselmi. E qui si torna alla questione che io ripropongo e cioè che quello di cui si deve discutere riguarda il contesto regionale e Piombino c’entra al pari di tante altre realtà né più né meno. Tortolini ha parlato ( e anche Sani) a nome del Pd toscano. Ed è del Pd toscano che io voglio discutere anche se sono pisano e non di Piombino. Torniamo dunque a bomba. Che le dichiarazioni della Marson abbiano suscitato reazioni risentite scomodando pretestuosamente anche il ‘galateo’ istituzionale è solo la conferma che la politica urbanistica in Toscana presenta dei problemi che nella passata gestione non solo non sono stati risolti ma semmai aggravati. E che ora si parli solo o quasi di bilanciare gli equilibri tra regione e comuni conferma quelle incertezze che Rossi vuole giustamente superare. Si dimentica insomma che dell’urbanistica si è fatto il cavallo di battaglia per togliere il nulla osta ai parchi, per ignorare di fatto le pianificazioni ambientali (e non solo urbanistiche). E’ bastato che la Marson abbia avanzato qualche dubbio al riguardo che si è beccata ( certo non come me) una serie di tirate di orecchi. Ma questo è il punto che io ho posto a Tortolini e Sani. O non ho titolo per farlo? Ora aspettiamo le risposte che non possono ricalcare ovviamente quelle di Anselmi. Vogliamo finalmente parlare del PIT, della programmazione regionale che non può ignorare i piani dei bacini idrografici e dei parchi in Val di Cornia come all’Elba, sul crinale appenninico come sulla costa?


Canale di Piombino

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