Come ogni anno ricomincia la stagione elbana delle esternazioni: coincide con l’estate piena e vede firme di primissimo piano dell’Arcipelago, cervelli fini e osservatori attenti (anche qualche redivivo…) concentrarsi nello sport preferito della provincia di Livorno, l’attacco senza tregua al parco nazionale dell’arcipelago. Quest’anno le esternazioni collimano con un momento davvero difficile per i parchi nazionali, visti i tagli previsti in finanziaria che ridurrebbero i parchi a puri esercizi dello spirito. Per fortuna il Ministro Prestigiacomo è fra i più preoccupati e in prima fila per evitare mutilazioni umilianti, e nemmeno si sogna di elucubrare idee (parola un po’ forte…) del tipo regionalizzazione, un modo come dire abbassiamo i ilivelli di tutela il più giù possibile (di più basso c’è solo il parco comunale …). Ma forse l’obiettivo di questa fase è proprio quello di depotenziare i parchi nazionali riducendoli a enti burocratici che pagano appena stipendi, affitti e parco auto, o riducendo le aree protette, altra iattura da evitare a tutti i costi. I parchi nazionali proteggono il 5% del territorio nazionale e ospitano 95 milioni (!) di turisti all’anno, 30 milioni dei quali si fermano almeno una notte. Alimentano un giro d’affari di 10 miliardi di euro e crescono, nel turismo, più di qualsiasi altro lembo del territorio. Quale economista sano di mente potrebbe pensare a ridurne la dotazione? Ai parchi occorrerebbero 100 milioni di euro all’anno per campare dignitosamente e fare iniziative, cioè il prezzo di due caffè all’anno per ogni italiano: una cifra che nessun governo si dovrebbe vergognare di chiedere agli elettori. E invece si arriva a 25 ridicoli milioni all’anno per le 23 perle del territorio italiano., come a dire largo alle svendite e alla chisure. Come presidente non mi rendo corresponsabile dello scempio e consiglio a tutti le dimissioni immediate se non si rientra in qualche modo. Un gesto forte e non solo simbolico che si impone, se non vogliamo solo continuare a lamentarci sterilmente. In questo quadro mi sarei aspettato grandi slanci solidali al parco dell’arcipelago e una barriera comune, come sul supercarcere di Pianosa o sulla centrale nucleare paventata nella medesima isola. E invece idee bislacche, conti senza logica né aritmetica, e inviti a un rapporto uomo-natura che esiste soltanto nella testa di chi nulla sa e nulla vuole sapere. Fortunatamente i parchi continuano a tutelare un bene più prezioso di quello economico, la qualità della vita di tutti i cittadini, di cui godono poi anche quelli che sono fortemente critici. Un po’ come coloro che non vogliono scioperare, ma quando lo sciopero ottiene risultati, di quei risultati si avvantaggiano eccome: avete mai sentito che vi rinunciano ? La solita Italia, le solite cose. Buone vacanze.
Tozzi Mario libro