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Controcopertina - L'analisi di Tiberto, consigliere PNAT, sulla vicenda parco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 07 giugno 2010

L’ultimo libro di Mario Tozzi, fonte di polemiche e diatribe, non rappresenta in realtà niente di più della logica continuazione di un rapporto mai nato fra il Presidente del Pnat, imposto a forza contro le richieste delle comunità locali, e una realtà isolana che non riesce a vedere, nel Parco, niente di positivo. Fin dal suo insediamento, Tozzi consigliava ai nostri Sindaci “una seduta psicanalitica”, considerava gli Elbani come soggetti “vittime di un’arretratezza culturale impressionante”, riteneva che “un esponente del territorio alla guida del Parco fosse come pretendere un pescatore ai vertici di una riserva marina”. Cara grazia che ha usato l’espressione “pescatore” e non quella di “bracconiere”… Eravamo nel 2006 e Tozzi prometteva, a fronte di chi temeva una sua presenza part-time, “ci sarò e come. Dal 2007 prenderò l’aspettativa al Cnr”. Non so se ha mai preso l’aspettativa, ma la realtà è stata ben diversa: Tozzi si è visto poco o nulla. Direi decisamente più nulla che poco. E anche mediaticamente, le sue uscite sulla stampa nazionale sono sempre e solo state “contro” l’immagine dell’Elba. Nell’agosto 2007, a proposito della eccessiva antropizzazione delle coste, scrive: “ Valga per tutti il caso dell'isola d'Elba , che vede i propri alberghi pieni al 30% per tutta la stagione turistica, salvo arrivare al 100% a Ferragosto: ma le 70 camere su 100 che rimangono per quasi tutto il tempo libere restano lì per sempre, con tutto il corredo sovradimensionato di infrastrutture. Eppure si continua a costruire sulle coste….” Bugie assolute, cui ho a suo tempo risposto. Per quanto in mio potere, naturamente: stampa locale (molto locale) contro stampa nazionale. Match impari in partenza. Costantemente, ripetitivamente, l’immagine che Tozzi ha dato dell’Elba e dell’Arcipelago è sempre stata solo ed esclusivamente negativa. “Cemento e traffico Elba verso il collasso"…. Era il titolo di un articolo apparso su Repubblica, mica sull’Eco della Valbrembana…. Alla presentazione del suo ultimo libro, che mi riservo di commentare solo dopo averlo attentamente letto, ho espresso esattamente queste tesi: se, in linea di principio, è giusto condannare le pessime scelte urbanistiche degli ultimi anni (dai falsi Peep di Campo a Rio Elba 2.. non a caso i “compagni di betoniera” poi si sono ritrovati fianco a fianco…) è altrettanto doveroso ricordare che l’Elba è, fortunatamente, ancora molto, ma molto, lontana dagli scempi di Ischia o Malta che Tozzi paventa, ingiustamente, come imminenti. All’Enfola, vero paradiso naturale, gli ho detto testualmente: “Mario, affacciati e guarda fuori. Dove lo vedi, questo consumo assurdo del territorio?” Io vedo i quattro alberghi del Viticcio, immersi nel verde. Vedo colline coperte da lecci e macchia mediterranea. Vedo il Perone e il Capanne, qualche villa, e due paesini meravigliosi come Poggio e Marciana…” La sua risposta è stata che lui, amando l’Arcipelago, preferisce prevenire che curare….. E allora? In buona sostanza, Tozzi fa del terrorismo mediatico, o solo un giusto avvertimento preventivo? Io credo sia necessaria, da parte di tutti noi, una seria riflessione. I posti letto, all’Elba, sono ormai troppi. Basta vedere le offerte…. Tolti quei 15 giorni di agosto, siamo praticamente tutti ridotti a venderci sotto costo. E la famosa destagionalizzazione, invece di farsi realtà, diventa di anno in anno sempre più una chimera. Servono investimenti in infrastrutture, miglioramenti su tutti i fronti (trasporti in primis, ma poi anche differenziata, uso e qualità delle acque, pulizia, decoro, concertazione di iniziative..), serve che finalmente si capisca che le divisioni politiche non fanno altro che il gioco dei nostri, abili e agguerriti, dirimpettai costieri. Sabato, Tozzi ha detto di essere stato accolto con grande favore dai Piombinesi e dal loro Sindaco: grazie al ca…volo…. Non ha detto una sola parola quando si stava perpetrando la più vergognosa eco-truffa del secolo: lo scambio fanghi tossici-quattrini fra Bagnoli e Piombino. Però la sua sul ponte di Messina, o sul nucleare, o sull’idrogeno islandese l’ha sempre detta… Eppure, in quel caso, muto come una tomba. Ha sempre sostenuto la necessità di ridurre il turismo all’Elba e nell’Arcipelago. Ci credo che gli amici Piombinesi lo accolgono come un mito… Ora: le discussioni sterili non servono a niente. Io sono andato all’Enfola a titolo personale, come Consigliere del Parco, rappresentante della Cittadinanza Elbana. Non come rappresentante di Campo, in quanto il mio Sindaco, con piena ragione, ha seguito la maggioranza dei suoi colleghi nel “boicottare” la presentazione di un libro nato sotto pessimi auspici, almeno mediaticamente. E in piena crisi, per un Isola che vive di turismo, ogni bruscolino nell’occhio rappresenta sempre un trave. Ho però deciso di presenziare per esprimere le mie rimostranze, come ritenevo doveroso. Ma credo necessario lasciare questo episodio in secondo piano: mentre tutti parlano di riforme, senza mai spiegarci quali, noi siamo alle prese con un Parco che non funziona, e col rischio di trovarci una dannosissima AMP ancor meno funzionante. Da quando sono “all’interno” del sistema, le mie vaghe idee si sono, purtroppo, trasformate in certezze. E’ il “sistema” parco che non funziona. E, alla faccia delle speranze degli amici leghisti, se piove di qualche tuona ci troveremo con parchi ancor meno legati al territorio e ancor più inutili e dannosi…. Tutti voi vi chiedete perché si prospetta una spesa di 1.600.000 € per le dune di Lacona, o perché si assumono nuovi “amministrativi”……. E non si sistemano i sentieri, non si mette in sicurezza il Volterraio, non si apre la casa del Parco a Pianosa, non ci si occupa dell’orto botanico del Perone, delle aree di sosta, di Mola…. Nel primo caso, fermo restando che la difesa dei sistemi dunali è a mio avviso prioritaria, semplicemente perché i soldi che ci sono, sono finalizzati solo ed esclusivamente a determinati scopi. E quindi, o li usi per acquistare qualcosa di simile ad una “sede”, ed è il caso di Lacona, o semplicemente li perdi. Nel secondo caso, perché…. Cito testualmente il verbale del Consiglio Direttivo del 27.04.2010: “ punto 5: Tiberto chiede se fosse possibile assumere anziché degli amministrativi, degli operai forestali o simili da utilizzare sul territorio. Zanichelli risponde che in base alla legge 394…. (…..) .. non che non ce ne sia la necessità… ma non è possibile.” Molte sono le cose che si dovrebbero ancora spiegare, e spero nella vostra comprensione se non sono più efficiente come avrei potuto esserlo prima che la mia vita cambiasse tragicamente: prometto però che ci proverò, a svolgere il ruolo che ritengo doveroso verso di voi, amici e conterranei. Tenervi al corrente di quello che succede. (fatemi domande, quando volete e con ogni mezzo riteniate opportuno. Cercherò sempre di darvi una risposta, se posso) Ritengo però importante farvi sapere che, se il nostro Presidente ha, a mio parere, gravi colpe e lacune politiche e professionali (come Presidente, non certo come geologo o divulgatore), e anche se in privato resta una persona squisita, che ha comunque tutta la mia stima, il Parco ha oggi sul tappeto almeno due importantissime questioni, ben più importanti dei libelli del Tozzi: la stesura del Piano di Sviluppo socio-economico, e la possibile, secondo me, realizzazione di una vera AMP. In tutto questo, sarà fondamentale una vera partecipazione popolare, che costringa i nostri Amministratori a prendere decisioni sensate e condivise dalla gente, e a non guardare alla politica o agli interessi di bottega. Chiudo, pensando che trovare soluzioni, magari non perfette ma accettabili, è, volendo, possibile. Lo dimostra l’unanime apprezzamento di tutto il Direttivo, anche e soprattutto di noi di fresca nomina, da taluni dipinti come “feroci antiparco”, per lo splendido lavoro svolto dalla Direttrice Zanichelli, capace, in poco più di due anni, e con tutti i limiti che le leggi e la terribile burocrazia “parchista” le impongono, di conquistarsi la fiducia e soprattutto la stima incondizionata di, credo, tutti coloro che hanno avuto a che fare con lei e sanno quanto complesso sia il suo lavoro. L’Elba, e tutto l’Arcipelago, hanno bisogno solo di coesione, e non di lotte intestine e diatribe sterili. Al lavoro, quindi. Tozzi o non Tozzi, diamoci da fare per un futuro che sia davvero migliore.


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