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Martinenghi:"Con questa finanziaria un passo importante verso la provincia dell'Elba"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 27 maggio 2010

La manovra finanziaria da 24 miliardi di euro varata ieri dal Governo Berlusconi ci regala almeno una certezza: il territorio dell’Elba Arcipelago potrà divenire provincia. Qualcuno si domanderà come sia possibile, dal momento che la manovra prevede anche il taglio di alcune Province, quelle con meno di 220.000 abitanti, circa 16 oggi in Italia; in Toscana Massa Carrara e Grosseto. La risposta risiede nelle due sole eccezioni previste dalla manovra: le province delle Regioni Autonome – dunque in Sardegna si salverà anche la provincia più piccola d’Italia, l’Ogliastra, con 58.000 abitanti – e quelle che confinano con Stati esteri, come Verbania, Belluno e Sondrio. E l’Elba confina con la Francia - per questo a Portoferraio nella “porta a mare” c’era la Dogana – dunque rientra a pieno titolo fra le Province con diritto di esistere. Oggi più di ieri, quando sul numero-soglia di residenti di una provincia non c’era chiarezza. La notizia è dunque, per l’Elba Arcipelago, di grande rilievo. Tanto più all’indomani dell’appello pubblico del Sindaco di Portoferraio alla regione Toscana affinchè avvii l’iter normativo di istituzione del Comune unico all’Elba, che per nostra fortuna dovrà passare per il voto referendario dei residenti. Ho più volte esposto sui media locali, mai smentito da alcuno, le ragioni oggettive per cui il Comune unico costituirebbe la definitiva rovina dell’Elba. Perché la assoggetterebbe definitivamente a Livorno – si intenda: alle politiche economico-sociali riserbate dalla Provincia di Livorno all’Elba - e la impoverirebbe senza quelle risorse fiscali e di autonomia che solo una nuova Provincia assicura per legge. Tanto più ora che con l’approvazione del DDL delegato è divenuto esecutivo il federalismo demaniale e con esso il trasferimento dei beni del Demanio dello Stato alle Province, che potranno istituire tasse locali e società con privati per metterli a reddito. Ed è giusto che i beni demaniali dell’Elba Arcipelago messi a reddito con le tasse ed il lavoro dei residenti vadano ai residenti. Fra i quali, negli ultimi tempi, sempre più sono convinti che per difendere gli interessi dell’Elba Arcipelago sia ormai necessario “fare sistema” fra residenti per risolvere i problemi nell’unico modo vero: per via istituzionale, ma da sè. La convinzione è giusta, occorre ora darsi gli strumenti istituzionali più idonei al raggiungimento dello scopo: il rilancio economico dell’Elba Arcipelago ed un nuovo benessere per la sue genti.


martinenghi stefano

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