Con un sorprendente comunicato il Presidente dell’Autorità portuale Guerrieri, nello sforzo di fare chiarezza sulla vicenda delle barriere portuali nel porto di Piombino, ha al tempo stesso attribuito alla riunione di mercoledì 19 tutti i connotati di un vero e proprio “giallo”. La posizione di netta contrarietà assunta dalle Amministrazioni comunali presenti all’incontro con la Segretaria dell’Autorità Avv.Paola Mancuso e con il Responsabile della sicurezza Dr.Stefano Bianco è stata inevitabile e quanto mai comprensibile, come riconosce lo stesso Presidente. A fine giugno dello scorso anno, dopo due riunioni piuttosto tese ed animate, era stato raggiunto un accordo che sostanzialmente prevedeva: - il libero accesso al porto per l’imbarco sui traghetti diretti all’Elba senza alcuna distinzione tra residenti e non residenti, dal momento che ci si rese anche conto delle difficoltà pratiche e della macchinosità di una eventuale diversificazione di trattamento; - mantenimento dell’accesso regolamentato solo per l’imbarco sui traghetti diretti in Sardegna e in Corsica; - attivazione delle sbarre solo al verificarsi di situazioni di emergenza per l’ordine e la sicurezza pubblica su richiesta delle Autorità di polizia o nei momenti di notevole presenza di automezzi sulle banchine tale da rendere opportuna una temporanea limitazione dell’accesso; - l’assegnazione al personale dell’Autorità portuale di compiti di vigilanza e, soprattutto nei confronti dei turisti, di assistenza ed informazione. Detto accordo non fu tradotto in un documento scritto e firmato da tutte le parti in causa, ma nessuno ne ha mai messo in dubbio la sua validità ed efficacia. Lo stesso Presidente Guerrieri lo ha sempre considerato come “scolpito nella pietra”. Ed in effetti l’intesa raggiunta è stata fino ad oggi rispettata ed attuata, salvo alcuni spiacevoli episodi successi in questi ultimi giorni. Rimane il fatto che mercoledì mattina, a sostegno della proposta di diversificare gli accessi e di assegnare una corsia preferenziale ai residenti, senza peraltro indicare le modalità per una sua pratica attuazione ( si è parlato molto genericamente di bollini, di telepass, di registrazione delle targhe….), ci è stato detto questo: l’Autorità portuale ha un piano della sicurezza portuale in vigore che prevede l’azionamento delle sbarre e quel Piano deve essere rispettato. Il Prefetto di Livorno e in particolare il Questore lo esigono. Si può solo pensare di riservare una corsia preferenziale ai residenti. In sostanza il messaggio che è stato recepito da tutti i presenti è stato che l’Autorità portuale intendeva ( o doveva) rimettere in discussione l’accordo raggiunto nel giugno del 2009. Gli Amministratori locali ( e le Associazioni economiche ) hanno sempre contestato la attivazione dei caselli considerati come una incomprensibile complicazione per i residenti e per chi all’Elba ci deve arrivare per lavoro o per passarvi una vacanza. Incomprensibile perché, per prima cosa, un semplice e spesso “distratto” controllo del possesso del biglietto assolutamente non serve a garantire maggiori condizioni di sicurezza ed inoltre non si ha conoscenza di normative dell’Unione europea o dello Stato italiano che impongano una simile misura per l’accesso a banchine portuali riservate ad un traffico marittimo locale. Da qui la “forte reazione “ dei Comuni, come ha rilevato Guerrieri. Suggerisco al Presidente, onde evitare in futuro ulteriori equivoci, incertezze o non corrette interpretazioni, di assumere quanto prima una iniziativa che porti alla sottoscrizione di un documento scritto nel quale siano inseriti e, se necessario, ulteriormente precisati “i patti non scritti” dello scorso anno.
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