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Martinenghi ripropone il Comune Unico e la Provincia dell'Elba

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 09 aprile 2010

Più si fa largo fra gli elbani la consapevolezza della nuova Provincia dell’Elba Arcipelago a norma di Costituzione – e con essa di nuova libertà e benessere per l’Arcipelago - più cresce il “mal di pancia” (in continente) fra coloro che tale soluzione avversano. In effetti la posta in gioco è assai elevata: centinaia di milioni di euro di tasse elbane e contributi statali oggi incassati da Livorno, domani dall’Elba Arcipelago se provincia; e centinaia di milioni di euro di beni del Demanio dello Stato trasferiti in proprietà agli Enti Locali di Livorno, domani dell’Elba Arcipelago se provincia. In tale quadro l’appello di una associazione di categoria importante come “Confesercenti” – le cui filiali locali dipendono tutte dall’unica sede provinciale di Livorno - al neo Governatore PD della Toscana Rossi affinchè proceda senza più indugi verso la istituzione del Comune unico, per paradosso è buona notizia. Perché conferma che chi ne capisce sa che la nuova Provincia è possibile e la vuole scongiurare. Certo non nell’interesse dell’ Arcipelago. Per nostra fortuna veglia la Carta Costituzionale, che all’art. 133 stabilisce che “La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nuovi comuni…”. Poiché in materia l’unico modo contemplato dalla Costituzione per “sentire” le popolazioni è tramite i referendum popolari – nel caso disciplinati dalla L.267/2000 - questi dovranno prima essere indetti e svolti, solo poi il Governatore Rossi potrà procedere di conseguenza. Immagino abbozzandola. Perché in sede di referendum comunali la maggioranza degli elbani credo saprà scegliere tra Comune unico e nuova Provincia, come saprebbe scegliere senza esitazioni tra una Fiat ed una Ferrari. Perché la Provincia dell’Elba Arcipelago sarà semplicemente la 111° provincia d’Italia (o 112°), “autonoma” nel senso attribuito dalla Costituzione (art. 114 e 119) e dalla L.267/2000 (art.3): dotata di grandi poteri e risorse fiscali per consentire la migliore gestione del territorio a beneficio della sua popolazione. Dunque nessun “separatismo” dal continente, ma all’opposto una migliore aderenza ad esso anche in senso fisico ed economico: ad esempio con una diversa disciplina dei mezzi e delle tariffe di trasporto navale ed aereo, che pochi sanno sono competenza della Provincia (art.19, d). Basta questo solo esempio – ma anche Parchi, Acqua, Sanità, Pesca, Scuole, Rifiuti, Fogne sono competenza della Provincia – per comprendere come cambierà tutto radicalmente, in meglio. Grazie alla Costituzione, che stabilisce: “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” (art. 1); “la Repubblica unica ed indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali….” (art. 5) e che tali autonomie locali si realizzano anche con nuove Province o Comuni (all’art. 133, 1° e 2° comma); che solo una Provincia è dotata di poteri e risorse tali da consentirle di finanziare le grandi opere dei Comuni e lo sviluppo dell’intero territorio (art.19 e 20 L.267/2000); che una nuova Provincia la decide il Parlamento Italiano a seguito di domanda della maggioranza dei Sindaci che rappresentano la maggioranza della popolazione, mentre il Comune unico lo decide la Regione a seguito di referendum comunali che confermino che la maggioranza dei residenti dell’Elba Arcipelago lo vuole. Dunque se per il Comune unico i referendum comunali paiono obbligati, per la nuova Provincia paiono comunque opportuni. Perché agevoleranno i Sindaci a favore ed inibiranno gli “ostruzionismi” di quelli contro. Inutile specificare quali. Rasserenerà molti ribadire che la nuova Provincia la deciderà il solo Parlamento Italiano - oggi a larga maggioranza PDL e Lega – tenuto semplicemente a “sentire” al riguardo la Regione Toscana, competente per il solo Comune unico.


martinenghi stefano

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