In merito all'articolo apparso nella cronaca di Cecina sul potenziamento dei servizi ospedalieri e soprattutto della dotazione di 4 nuovi posti di terapia intensiva mi sento di formulare alcune osservazioni: Fermo restando che il diritto alla salute è di tutti i cittadini, viene spontaneo un confronto tra la realta' di Cecina e l'Elba: Cecina ha circa 26.000 abitanti, l'Elba 32.000 circa, in inverno, che aumentano in modo considerevole durante il periodo estivo. Cecina ha l'ospedale di Livorno a 25 minuti di strada con qualsiasi tempo meteo, (esclusi eventi straordinari) e l'ospedale di Piombino a 35 minuti di strada, dall'Elba per raggiungere Piombino e Livorno lo sappiamo tutti quanto ci vuole, ma se il tempo meteo non lo consente, non raggiungiamo gli ospedali nemmeno con l'elicottero. Allora alla luce di queste semplici considerazioni, qualcuno mi dice perchè l'Elba è così penalizzata su questa grave problematica, in cui si rischia la vita delle persone, per fattori che si potrebbero eliminare? Perchè la ASL fa le sue scelte senza che nessuno intervenga in modo efficace? Dobbiamo organizzarci noi abitanti dell'Elba e chiedere quanto ci è dovuto, anche in relazione a altre e molte problematiche sanitarie che si verificano. Manola Balderi Di seguito, dall'archivio del Tirreno, l'articolo del 31 dicembre scorso CECINA. Nuovi primari, potenziamento della diagnostica, parto indolore, e soprattutto nuovo ospedale a Livorno: il direttore generale dell’Asl 6 Monica Calamai ha delineato la sua formula per la “buona sanità” nella conferenza di fine anno. Dalla Bassa Val di Cecina la risposta non si fa attendere. Nell’organizzazione sanitaria della provincia, l’ospedale di Cecina e quindi l’intera offerta di zona restano un punto fermo. E fondamentale. Lo sottolinea Ugo Tarchi, responsabile Cgil Sanità per l’area vasta. Quindi bene i propositi livornesi, ma all’interno di un progetto complessivo che l’azienda Asl si è impegnata a realizzare. «L’ospedale di Cecina - dice Tarchi - ha potenzalità importanti, che passano dal potenziamento e dalla qualificazione dei reparti, soprattuto quelli d’eccellenza. Il primo passo è stato fatto dall’Asl con la nomina del primario di Ortopedia; c’è una buona chirurgia, un polo materno infantile di livello provinciale, un laboratorio di analisi che funziona bene. Il collo di bottiglia è rappresentato dal pronto soccorso, dove sono già state attivate le selezioni per la nomina del nuovo primario. E sta per aprire la rianimazione: due letti di terapia intensiva e due di subintensiva, a servizio delle specialità presenti nell’ospedale». Rianimazione. Un traguardo ormai imminente. «Sono stati avviati i corsi di formazione per il personale - dice Tarchi -, in accordo con il primario di Anestesia; sono arrivati i respiratori, sarà nominata la caposala. Quindi tutto è pronto per partire». Secondo il sindacalista «una tappa fondamentale per qualificare l’offerta del pronto soccorso e l’appropriatezza dei ricoveri». Ma anche per ampliare l’offerta chirurgica. Fermo restando che l’ospedale di Cecina resta un presidio di primo livello, quindi la rianimazione servirà solo di supporto ai casi trattabili nei reparti presenti. Un esempio per tutti: nel caso di un trauma neurologico il trasferimento o Livorno, o in un ospedale di secondo livello sarà ancora necessario. Primari ed eccellenze. Tarchi torna sulla questione eccellenze. «Il nuovo direttore generale ha impostato il lavoro sui dipartimenti. Benissimo - commenta - ma dobbiamo fare chiarezza al loro interno, così come è avvenuto in Ortopedia, in modo da evitare il rischio di accentramenti». A Cecina sono stati individuati alcuni indirizzi specifici: dalla tiroide alla chirurgia laparoscopica. «Deve essere poi potenziata la Dialisi - aggiunge Tarchi - e consolidato il laboratorio di analisi». Organico. Resta il problema dell’organico. Insufficiente, soprattutto per la parte infermieristica. «Un problema generalizzato in tutta l’Asl, che l’azienda deve affrontare». Nuova tac. Calamai ha annunciato l’arrivo di una nuova risonanza magnetica a Cecina, in grado di abbattere le liste d’attesa ancora molto lunghe. Tarchi rilancia: «A Cecina serve una nuova Tac, quella che c’è ormai è superata». Una Tac, lo ricordiamo, che fu acquistata con un autofinanziamento lanciato da un comitato popolare all’epoca dell’apertura del nuovo ospedale. (m.m.)
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