In relazione all’articolo apparso il 4 marzo scorso su Greenreport ed Elbareport a firma di Renzo Moschini, dal titolo “La legge sui parchi va fermata”, ritengo necessario fare alcune precisazioni e puntualizzazioni per sgombrare il campo da equivoci e falsi problemi. Come noto, il 13 ottobre scorso il Senatore D’Alì, presidente della Commissione Ambiente del Senato ed esponente di spicco del Popolo delle Libertà, ha depositato il testo di un Disegno di Legge (n. 1820) di sua iniziativa, recante “Nuove disposizioni in materia di aree protette”. Il testo riguarda in particolare la riforma della legge sulle aree marine protette, un settore in grave difficoltà che richiede a gran voce una riforma normativa da oltre un decennio, essendo ancora incardinato sulla legge 979 del 1982 e sulla legge 394 del 1991. Il testo è maturato a seguito di un confronto tecnico approfondito e dal basso con una moltitudine di interlocutori: ai lavori del tavolo tecnico hanno partecipato gli Enti gestori delle aree marine protette, la Federparchi, l’AIDAP (associazione direttori aree protette), tutto il mondo della pesca professionale (rappresentato dalle centrali cooperative: Lega Pesca, AGCI Pesca, Federpesca e Confcooperative e dall’ICR Mare), l’UCINA (Confindustria nautica) e alcune tra le maggiori associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF Italia e Fare Ambiente). Sul testo è stata registrata anche la convergenza dei rappresentanti dell’opposizione in Commissione, a partire dal Senatore Della Seta. La platea di soggetti coinvolti è stata quindi molto diversificata, rappresentante interessi anche contrapposti, trasversale a tutti gli orientamenti politici. Unico assente: il Ministero dell’ambiente, che, dal canto suo, dopo avere declinato l’invito a partecipare al tavolo tecnico, ha avviato internamente, senza aprirsi al confronto con alcun soggetto, la riscrittura della legge quadro. La speranza è che l’iter parlamentare di questo DDL, che propone soluzioni politicamente praticabili e a basso costo per gli annosi problemi del settore, veda il suo positivo completamento entro la legislatura, senza incontrare opposizioni strumentali o pregiudiziali ma anzi giovandosi del dovuto confronto con il dicastero competente in materia. Ritengo quindi, in conclusione, che questa legge, faticosamente elaborata e ragionata dagli addetti ai lavori sulla base dell’esperienza acquisita in questi anni, vada supportata e magari migliorata, piuttosto che fermata, al fine di modificare l’attuale quadro normativo, francamente inadeguato. Salvatore Sanna Presidente del’Area marina protetta di Capo Carbonara e Vicepresidente di Federparchi
alba tra giglio ed argentario ridotta