Finalmente una chiara parola di speranza e di progetto da Provenzali –anche per lui, come per Grittini, lasciateci dire ‘compagno’ Provenzali–: “Non si può fare di tutta l’Elba … un fascio, come se l’isola si fosse improvvisamente trasformata nel regno di tutte le nefandezze”. E’ la prima volta che siamo d’accordo con lui, e ne siamo felici: la democrazia, del resto, si fonda sulla possibilità di modificare le proprie opinioni, e salutiamo volentieri l’entrata del prestigioso consigliere regionale nella nostra ditta. “Non si può fare di tutta l’Elba un Fascio”: è vero e sacrosanto. A noi sembra che il fascio sia già troppo esteso, all’Elba; e cerchiamo per quanto ci è possibile, di farlo arretrare. Perché il Fascio è sinonimo di “Regno di tutte le nefandezze”: se tutta l’Elba diviene un fascio si trasforma nel regno di tutte le nefandezze, ci dice infatti il compagno Provenzali. Ma come si fa a fare arretrare il Fascio? Forse la risposta è più semplice di quanto non sembri: se evitiamo di fare dell’Elba il regno di tutte le nefandezze, allora anche il Fascio scompare. A dirsi è un momento. A farsi? Mi pare un bell’impegno; ma la scossa degli eventi di questi ultimi mesi è un bel viatico. Cominciamo a dividere il grano dal loglio, le mele marce da quelle buone, a far fuori quelli che si lavano le mani col bostik (che poi gli ci rimane attaccato sempre qualcosa): a levar di mezzo “il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”, come dice il Poeta. Se ci capita di mezzo qualche amico caro, pazienza! Se ci capita di mezzo qualche vecchio compagno, pazienza! Un fratello (o sorella), un cognato (o cognata), un marito (o una moglie), pazienza. Il risultato è sicuro, perché poi, secondo noi, all’Elba di Fascio vero ce n’è sempre stato poco; il più è gente che ne ha pieni i corbelli, e lo manifesta in maniera un po’ rozza. Ma ora si cambia musica. Tutti insieme col compagno Provenzali. E forse viene anche Grittini.
fascio