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Toremar. Per un piatto di lenticchie

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 27 febbraio 2010

27 Traghetti, 9 Aliscafi che portano con il pieno carico 12.700 auto e 44.716 passeggeri, questa è la flotta Tirrenia/Siremar in vendita da parte Fintecna. Per mostrare interesse alla gara si deve: avere una società con un capitale di 10 milioni di euro e un’eventuale partecipazione pubblica non superiore al 49% del capitale. 16 soggetti hanno mostrato interesse. 7 Traghetti, 1 Aliscafo che portano con il pieno carico 548 auto e 4.388 passeggeri, questa è la flotta Toremar in vendita da parte della Regione Toscana. Per mostrare interesse alla gara si deve poter dimostrare: 1) Esecuzione nel periodo 30.11.2006 al 30.11.2009 di servizio di trasporto marittimo passeggeri non inferiore a 450.000 miglia marine; 2) Di aver riportato un fatturato globale relativamente agli ultimi tre esercizi (2006-2007-2008) non inferiore a 150 milioni di euro; 3) Di aver riportato un volume d’affari (comprese eventuali contribuzioni pubbliche) per servizio di trasporto passeggeri, relativamente agli ultimi tre esercizi finanziari (2006-2007-2008) non inferiore di 75 milioni di euro. Ora la domanda è: Perche per mostrare interesse all’asta Tirrenia, (un patrimonio cosi grande) bastano 10 milioni di euro, e per mostrare interesse per Toremar (un patrimonio nettamente più piccolo) bisogna fare una corsa od ostacoli, restringendo cosi i partecipanti alla gara? Quanti armatori hanno le caratteristiche per poter partecipare alla privatizzazione Toremar? Se per Tirrenia così meno restrittiva sono solo 16 gli armatori interessati, per Toremar quanti saranno? I nostri amministratori ancora una volta (come per i tralicci) hanno affidato il futuro della nostra isola nelle mani di altri, questi hanno redatto un bando con delle regole che sembrano fatte apposta per favorire qualcuno a danno di altri. Tutto quello che sta accadendo intorno alla privatizzazione Toremar è poco trasparente. Chi sta vigilando affinché gli Elbani non si trovino in futuro a pagare il conto di una privatizzazione gestita per favorire qualcuno, che causerà agli abitanti dell’isola disagi di mobilità e perdita di competitività dell’offerta turistica. Certamente sarà l’Autorità Portuale di Piombino, la stessa autorità protagonista della stesura di quelle regole cosi restrittive che tagliano fuori dalla gara fior fiore di armatori con aziende leader del traffico marittimo nazionale ed europeo, la stessa autorità che da anni impedisce una vera concorrenza sullo stretto non liberando gli slot al mercato, la stessa autorità che permette degli orari ammucchiati e dei vuoti di servizio con gravi disagi per gli utenti, la stesa autorità che non ha permesso una degna rappresentanza degli Elbani all’interno del suo organo direttivo, la stessa autorità che i nostri amministratori hanno salutato con grande ammirazione quando dopo 20 anni di gestioni dei porti dell’Elba oltre a quello di Piombino improvvisamente si sono ricordati di cambiare il nome in Autorità Portuale di Piombino e Isola d’Elba. E giù il codazzo di politici amministratori e associazione ad elogiare a ringraziare per la sensibilità, certo un alibi perfetto per chi sta operando con poca chiarezza e avrà ogni autorità sul futuro dei trasporti marittimi per l’isola. Credo che il piatto di lenticchie per cui siamo stati venduti diverrà presto indigesto. L’Italia dei Valori dell’isola d’Elba chiede per tutelare i cittadini che le autorità si facciano pubblicamente garanti che nel bando di gara siano presenti i seguenti punti: 1) Che nel caso che la Moby Lines si aggiudichi la gara per l’acquisizione di Toremar il 30% degli slot censiti al 31.12.2009 sia reso al mercato e a soggetti terzi rispetto a Moby Lines. 2) Che i prezzi per residenti e ospiti sia valutato nella sua congruità non solo dal CIPE ma da un paragone fatto sul listino delle tratte concorrenti dell’isola d’Elba. 3) Che le corse per l’Elba non possano diminuire rispetto a quello effettuate nell’anno 2009 rimettendo al mercato eventuali slot rifiutati. 4) Che come avviene per altre realtà insulari nazionali le merci da e per l’Elba siano sotto tutela di continuità territoriale e non discriminanti per i cittadini Elbani. Non impegnandosi per ottenere queste semplici regole, si rischia di vedere un monopolio che metterà in ginocchio l’isola, la sua vita, la sua economia in tempi difficili. È dal 2006 che con i comitati ho lottato contro i tralicci dicendo che erano uno scempio immane, oggi a leggere che i nostri amministratori dopo averli visti si sono resi conto che i cittadini erano nel giusto mi fa male, evitiamo di fare la stessa cosa per i trasporti marittimi che il danno viene visto quando è troppo tardi.


Liburna Toremar

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