Torna indietro

Il Giorno della Memoria, studenti liceali a Firenze e alla De Laugier

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 27 gennaio 2010

Il 27 gennaio, da dieci anni, è il Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Tra le iniziative proposte, quella di Firenze assume un particolare significato. Al Nelson Mandela Forum alcune migliaia di studenti e insegnanti si incontreranno per riflettere sulla “banalità del male”. Dopo i saluti delle autorità, Moni Ovadia porta in scena il video racconto “Il dovere di ricordare. Riflessioni sulla Shoah”. Seguirà un momento particolarmente toccante: l'incontro con i testimoni. Ancora una volta, gli studenti ascolteranno le sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute all'orrore di Auschwitz dove furono deportate all'età di quattro e sei anni. Le sorelle Bucci sono state presenti nelle ultime tre edizioni del Treno della Memoria (2005, 2007, 2009) a cui ho partecipato insieme ad alcuni studenti dell'Isis “Foresi” di Portoferraio. A Firenze ci saranno anche Marcello Martini (Mauthausen), Piero Terracina (Auschwitz) e Boris Pahor, autore tra l'altro del libro “Necropoli” in cui parla della prigionia al campo di Natzweller-Struthof nei Vosgi. Un momento atteso sarà la testimonianza video di Imre Kertész, scrittore ungherese, reduce da Auschwitz e Buchenwald e premio Nobel per la letteratura 2002. L'incontro si chiuderà con l'intervento di un altro scrittore, l'israeliano Amos Oz. L'iniziativa di Firenze costituisce un utile momento di approfondimento dei temi della Shoah e della deportazione. Uno stimolo a continuare la memoria, consapevoli che sta avvenendo il passaggio di consegna ai giovani da parte degli ultimi testimoni che, per motivi anagrafici, stanno per lasciarci. Ritengo che di questo siano consapevoli quei giovani che hanno avuto e avranno la possibilità di incontrarli, di dialogare con loro, di carpirne gli elementi di sofferenza e quelli di speranza. Penso a Joy, Chiara, Gemma, Marta, Davide e Letizia che saranno ad ascoltarli al Mandela Forum e che rivedranno i coetanei con i quali a gennaio scorso sono stati ad Auschwitz con il Treno della Memoria. E penso a loro che giovedì 28, all'auditorium De Laugier, cercheranno di trasmettere ad altri giovani studenti pensieri ed emozioni dell'esperienza vissuta. In conclusione, mi sembra opportuno riportare alcune parole di Hannah Arendt (dalla Lettera a G. Scholem, 1963) a proposito del tema (la banalità del male). “Quel che penso veramente è che il male non è mai 'radicale', ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla sua superficie come un fungo. Esso 'sfida' il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e, nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua 'banalità'. Solo il bene è profondo e può essere radicale”.


giorno memoria marotti

giorno memoria marotti