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Martinenghi: l'unione dei comuni è un palliativo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 15 maggio 2008

Senza lasciarsi confondere dalla denominazione un po’ ambigua riportata dai media locali o dalle piccole varianti annunciate, è certo che la Regione ha stabilito che il territorio dell’Elba Arcipelago sarà coordinato da una “Unione di Comuni”. L’importanza residuale di tale Ente rispetto agli altri Enti Locali indicati dalla legge 267/2000 che li disciplina è chiara già dalla sua ubicazione nel testo normativo: nel capo V “forme associative” all’art. 32, dopo i consorzi (art. 31) e prima dell’ “Esercizio Associato di Funzioni”. E’ infatti una forma associativa che consente ai Sindaci di collaborare fra loro nello svolgimento di alcuni servizi sul territorio e di darsi un regolamento di tipo comunale per decidere quali servizi gestire insieme e quali risorse sottrarre ai propri bilanci per spesare tali servizi confluiti nel nuovo Ente. Niente di più né di meno. In questa prospettiva si potrà prevedere che gli stanziamenti e le agevolazioni destinate ai Comuni delle Isole Minori confluiranno in questa “Unione di Comuni”; cambia poco. Si tratta dunque di un regresso in termini di autonomia e risorse disponibili per il territorio dell’Elba Arcipelago, di un passo indietro anche rispetto all’Ente Comunità Montana. Lo indica la stessa normativa, che dedica i precedenti quattro “capi” ai quattro Enti dotati di reale autonomia amministrativa e risorse, in ordine decrescente: i Comuni (capo I) le Aree Metropolitane (capo II), le Province (capo III) le Comunità Montane (capo IV). E’ dunque la stessa logica normativa ad indicare che, abolita la Comunità Montana, si doveva procedere nella direzione della Provincia per risolvere i problemi di un territorio complesso, con i requisiti dell’Elba Arcipelago. Invece si è optato per la “Unione di Comuni” indicata dal legislatore per altre situazioni più semplici. Fare oggi le Cassandre sui problemi che tale Ente risolverà, per quanto spiacevole, è facile esercizio. Riguardo invece il pubblico dibattito apertosi sul tema della nuova Provincia, corre l’obbligo di fornire alcuni importanti chiarimenti, per evitare ai cittadini disinformazione. 1) i costi aggiuntivi della nuova Provincia saranno inesistenti. L’Elba Arcipelago non deve costruire alcuna infrastruttura nuova per essere Provincia, deve solo evitare che le tolgano quelle esistenti – ospedale, tribunale, prefettura, etc. Solo se diverrà Provincia le manterrà. Sul punto dei costi aggiuntivi inesistenti riproponiamo il passo di un precedente intervento pubblicato il 13 maggio (legge 267/2000): “ l'art. 21, punto 3 lettera g) specifica: "le province preesistenti (Livorno) garantiscono alle nuove (l'Elba Arcipelago) in proporzione al territorio ed alla popolazione trasferiti, il personale, i beni, gli strumenti operativi e le risorse finanziarie adeguate". Dunque nessun costo aggiuntivo”. 2) Riguardo il “taglio” delle Province inutili dichiarato da Berlusconi in campagna elettorale, era riferito a quanto già prescrive la “solita” legge 267/2000 – che a quanto pare pochi hanno letto - che agli art. 22 ha introdotto le “Aree Metropolitane” nei grandi capoluoghi di provincia ed all’art. 23 le “Città Metropolitane” stabilendo che “ la città metropolitana acquisisce le funzioni della Provincia”. La legge ha dunque previstoche ai grandi capoluoghi di Provincia, con gli anni cresciuti fino a divenire di fatto un tutt’uno con i comuni limitrofi, verranno attribuite le funzioni delle province, che in questi casi verranno “tagliate” in quanto inutili e costosi “doppioni”. Solo in questi casi e niente vieterà di istituirne di nuove dove servono. Come all’Elba Arcipelago. 3) Riguardo l’assenso del Parlamento all’istituzione della nuova Provincia abbiamo ricevuto assicurazioni da deputati autorevoli (non peones) che è in agenda del Governo Berlusconi – con Ministro alle Riforme Federalistiche Bossi - la modifica dell’attuale normativa ma nel solco del federalismo fiscale, per accelerarne la realizzazione. Le Province rimarranno, con i distinguo spiegati sopra al punto 2) e per allora noi dovremo avere avviato “l’iter” con i Comuni. 4) Riguardo l’assenso della Regione è una questione più sfumata. Una Regione che si mettesse a “fare melina” istituzionale potrebbe ritardare l’istituzione di una nuova Provincia, non impedirla quando l’iter fosse stato portato avanti correttamente da Comuni e Parlamento; e per quest’ultimo garantiamo noi. Ma quale interesse avrebbe in questo caso la Regione, a cose fatte, ad opporsi alla chiara volontà istituzionale di un intero territorio? 5) Riguardo la riduzione del numero dei Comuni elbani solo con la istituzione della Provincia potrà essere decisa dagli elbani senza interferenze del “continente”. Facciamo un ipotetico esempio. Istituita entro il 2013 La provincia assorbirà la migliore classe dirigente dei Comuni. Allora i tempi saranno maturi per decidere, anche con referendum comunali consultivi, di ridurre il numero dei Comuni, per esempio tornando alla ripartizione amministrativa semplificata dell’800, con meno comuni: 5 o 6 per tutto l’Arcipelago invece di 9 o 10. Con la Provincia starà a noi decidere quanti, non ad altri per secondi fini. 6) Riguardo infine il “Porto Franco”, abbiamo già scritto della necessità della nuova provincia “senza nulla togliere alla validita' di proposte quali il "porto franco", che possono essere complementari, non alternative”. E’ bene chiarire che il porto franco non è uno strumento alternativo alla Provincia per governare in autonomia un territorio, è solo uno sgravio fiscale concesso su merci e servizi per agevolare lo sviluppo economico di una determinata area geografica. In ogni caso l’uno non esclude l’altro. Per concludere, mi rivolgo alla classe dirigente dell’Elba Arcipelago per invitarla ad essere un po’ più aperta al nuovo che avanza. E’ bene si sappia che importanti esponenti della politica e della stampa nazionale, appresa la “novità” l’hanno giudicata favorevolmente perché l’Elba è la terza isola italiana, con una Storia ed una realtà che la rendono nota in Italia, in Europa e nel mondo similmente a Firenze Venezia, Milano, Roma. Di questo dobbiamo essere tutti consapevoli per fare un salto di qualità. Smettiamola di sentirci figli di un Dio minore e prendiamo in mano il nostro destino istituendo la Provincia dell’Elba Arcipelago, senza paure infondate. Guardiamo fiduciosi oltre la punta del naso. Per questo le elezioni amministrative saranno un passaggio fondamentale per ottenere la nostra Provincia entro il 2013. I politici locali che si dichiareranno favorevoli alla sua istituzione dimostreranno di saper ascoltare il cuore dei propri elettori. E verranno premiati.


Palazzo Provincia Comunità Montana

Palazzo Provincia Comunità Montana