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Quel pasticciaccio brutto di Rio Marina

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 07 settembre 2003

Ci aspettavamo una reazione ufficiale qualsiasi all’articolo con cui abbiamo aperto l’ultimo numero di Elbareport che, in pratica, proponendo uno stralcio dell’ordinanza di arresti domiciliari della Procura genovese riportava il testo di intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze dei gentiluomini indagati per il caso degli “Abusi Eccellenti”. Ce lo aspettavamo anche perché ci risulta che nella mattinata di Sabato 6 Settembre, a Rio Marina, a seguito della comparsa di quello scritto siano scoppiate moltissime discussioni. Ricapitolando: in due casi diversi gli imprenditori pistoiesi Filippi e Giusti (prima parlando tra di loro poi in un contatto tra Franco Giusti ed un tal altro Franco definito nell’ordinanza una volta “Marini” ed una volta “Marino”) parlano di una “tangente” in due “tranche” di 10.000 euro destinata ad accelerare la concessione edilizia per la realizzazione degli appartamenti degli appartamenti di Cavo due dei quali “prenotati” dalle loro eccellenze il prefetto di Livorno e quello di Isernia. Nella ricostruzione dei giudici si parla di due assessori che stanno “pressando” il Sindaco, ma Franco Giusti si spazientisce tanto con il socio che col Franco “Marini o Marino” perché la concessione non è rilasciata e dice papale papale ad entrambi: niente seconda tranche di 10.000 euro se non arriva la concessione: aggiungendo: “abbiamo già pagato una bella tangente”. Ma c’ è qualcosa in tutto questo che non ci torna: a nostro avviso non esistono persone che si chiamino Franco Marini o Marino che possano essere legate al caso e soprattutto che abbiano interesse (come si evince dalla intercettazione) che abbia luogo il versamento della “seconda tranche” incominciamo a pensare che la trascrizione dell’intercettazione non sia fedelissima per quanto riguarda quel cognome o che si sia così interpretata una definizione di provenienza come ad esempio “di Rio Marina”. Ma se dal “bolleggiume” riese di sabato mattina, non emergono risposte ufficiali qualche indicazione utile ci arriva da una “vox populi”: “Ma che tangente! Du’ bamboli sciocchi che hanno chiesto soldi per il Rio Marina (ndr la locale squadra di calcio)”. Cerchiamo conferma indiretta di questa possibile pista e si viene a sapere che, sì il sodalizio sportivo ha avuto l’attenzione degli inquirenti, sembra che i Finanzieri avevano visitato infatti lo stesso giorno del blitz in Comune anche l’abitazione di un dirigente del Rio Marina, guarda caso anche lui un "Franco", anche se non è noto cosa le Fiamme Gialle abbiano chiesto all’ennesimo Franco di Rio Marina che fa capolino in questa storia incasinata. Poi ci parlano anche di una cena della società sportiva tenutasi presso il ristorante il Grigolo di Rio Marina agli inizi di agosto, alla quale avrebbero preso parte sia l’imprenditore pistoiese Filippi che il pistoiese sindaco di Rio Marina, che secondo una prima erronea versione dei fatti avrebbe introdotto l’imprenditore presso gli altri commensali. Per fortuna a chiarire ci pensano le dichiarazioni rilasciate da Pier Luigi Casini (ex dirigente del PCI/PDS uscito ci pare da un anno e mezzo dal D.S. ed attuale Presidente del Rio Marina). Ad un giornalista dell’Unità Casini, dice che la cena c’è stata ma che gli illustri ospiti pistoiesi stavano ognuno per suo conto. La società di Filippi, dice ancora Casini, ha sponsorizzato la squadra, ma i soldi in questione li ha cercati lui in persona ben tre mesi prima. Ed a quanto ammonta la sponsorizzazione? (toh) 10.000 euro. Rifacciamo mente locale: il fatto che una società sportiva chieda soldi per sostenere le proprie attività e che un imprenditore li conceda è cosa non solo lecita ma positiva. Il fatto che degli amministratori spendano il loro prestigio per sollecitare degli imprenditori a sostenere iniziative sociali è normale prassi. La musica però cambia e parecchio se l’imprenditore in questione propone uno scambio di cortesie: es. io potrei essere generoso se però sistemiamo quell’affaruccio, se mi si da sollecitamente la concessione etc.. A questo punto al di là della destinazione finale dei soldi e perfino, ci pare, al di là della accoglibilità della richiesta dell’imprenditore, si atterra direttamente sulle pagine del Codice Penale. Ma lasciando lavorare sul fronte delle (vere o presunte) violazioni della legge chi lo sta ottimamente facendo, anche presupponendo una perfetta buonafede di tutti i citati in questa vicenda, (fatta eccezione per chi pensava di aver dato una vera tangente) un ragionamento aggiuntivo è d’obbligo. Crediamo che chiunque ricopra un ruolo pubblico debba porre molta attenzione a chi sceglie come interlocutore per un finanziamento anche lecito, a chi sceglie per commensale; deve essere perfino attento a cose minime, bazzecole come chi prende un caffè con lui o chi è scelto come progettista per i lavori di restauro di una cappella di proprietà di affini. Chi è un personaggio pubblico deve tenersi, nei limiti del possibile, molto lontano da elementi come quelli indagati e men che mai se li deve andare a cercare. E quando costoro osano, come nel caso di specie, fare affermazioni lesive della onorabilità di un’amministrazione (dire che si è versata una tangente non è uno scherzo) devono, se possono, rispondere e smentire. Lucia Fasola, capogruppo dell’opposizione a Rio Marina ci ha fatto sapere in chiusura di giornale che intende chiedere al Senatore Bosi, Sindaco di Rio Marina un chiarimento sulla intera vicenda ritenendolo quanto meno opportuno. Anche noi lo riteniamo opportuno.


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rio marina porto

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