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A Sciambere: Catalina e i sette nani (ovvero: siamo uomini o giornalisti?)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 04 settembre 2003

La conferenza stampa dei sindaci elbani sulle ultime gravi vicende isolane ha avuto tratti di puro surrealismo. Davanti alla stampa locale al completo e a tre inviati, si sono presentati Biancaneve (ruolo interpretato da una pochissimo convinta Catalina Schezzini) e i sette nani, tra i quali la meglio fegura l'hanno fatta Tovolo (che sostituiva Papolo) e Dellaluciolo (che sostituiva Barbettolo) che se ne sono stati zitti. La danza l'hanno menata soprattutto Bosolo e Agenolo che hanno sviluppato un ragionamento che aveva per punti fermi due concetti: "A me mi frughi!" (espressione idiomatica che sta a significare: "di tutto ciò non mi si può far carico"); "Se voi giornalisti ve ne stevete alle vostre case e non facevete tutto 'sto casino, d'era molto più migliore assai!" Unendo i sopracitati pensieri ad una una dura reprimenda sulle "campagne scandalistiche" abbiamo compreso che i nostri maggiorenti erano approdati su un'ardita teorizzazione, secondo la quale sarebbe più scandaloso riferire all'orbe terracqueo delle porcate commesse sull'isoletta verde&blu, che lo smaialamento medesimo (estensione universale del concetto di base di "certastampa"). Però ci è andata bene, dopo averci appioppato la colpa per fortuna non ci hanno preso a sputi e la conferenza stampa si è sviluppata passando attraverso altri momenti di pura ilarità, come quando Logiolo ha detto: "Io sono un sindaco di centrosinistra in un comune che alle politiche vota all'ottanta per cento per il centodestra!" e il solito Stronzolo (nano anomalo) alle nostre spalle ha commentato: "E si vede!". Quando poi noi abbiamo fatto rispettosamente notare (beh proprio rispettosamente no, non ci viene bene la rispettosità) che i maneggioni dell'allegra combriccola sarchiopillotata dai giudici genovesi avevano così tanta storia cementificatoria sul groppone che era impossibile che loro, come amministratori, non sapessero chi "erano" costoro, l' "a me mi frughi!" è stato servito in salsa garantista, per gli indagati eccellenti, con il supporto degli sguardi di riprovazione di un certo Frati o Cappuccini, un chiccazzè che ronzava da quelle parti, non sappiamo a che titolo, che poi avrebbe detto che i sindaci ci avrebbero fatto delle denunce (non comprendiamo se per inquinamento acustico, visto il volume troppo alto della voce, o per l'intercalare "cazzo"). In soccorso del predetto Francescani o Benedettini giungeva qualche collega locale indignato perchè si facevano delle domande durette ai sindaci in maniera duretta. "E che diamine! (eccheccazzo non lo dice, troppo educato) - avrà pensato il collega, uso a prendere appunti in silenzio per non disturbare - ma chi si crede di essere? Siamo uomini o giornalisti?" Ed alla riprovazione del franco tiratore annidato tra le nostre fila, ha fatto immediato riscontro la teledichiarazione postconferenziale di Giovanni Offeso Ageno, che ha lamentato l'aggressione dei giornalisti cinici e bari ed è ritornato a smenarla con la microcriminalità in questo paese dove non si è mai fatto uno scippo, dove moltissimi lasciano la macchina aperta e qualcuno le chiavi di casa nell'uscio. Poco dopo a pranzo eravamo seduti insieme ad alcuni giornalisti "continentali", e ad un certo punto abbiamo colto uno sguardo tra il benevolo e l'impietosito nei nostri confronti, secondo noi stavano pensando: "Poveracci 'st'elbani, tutte 'ste disgrazie .. e poi 'sti sindaci .. mica so' messi bene!"