A volte mi meraviglio di come certi esponenti della sinistra, diano giudizi sommari senza neppure fare i dovuti approfondimenti. Che le origini della 10ª Flottiglia MAS risalgono alle fasi iniziali della prima guerra mondiale, ormai lo sanno perfino i ragazzini, quando l’allora cantiere navale veneziano SVAN (acronimo per: Societa Veneziana Automobili Navali) fornì alla Regia Marina i suoi primi MAS, cioè Motobarca Armata SVAN. Si trattava di motoscafi derivati da quelli da diporto, ai quali venivano applicati apparecchi lancisiluri; imbarcazioni di questo tipo dovevano servire a moltiplicare la potenzialità offensiva navale non investendo in poche ma potentissime navi da guerra, come fatto fino ad allora, ma realizzando molti piccoli, agili ed economici natanti la cui funzione era quella di attaccare le navi nemiche come velocissimi "lanciasiluri", sfruttando l'effetto sorpresa. Il concetto si dimostrò efficace, e questi mezzi riportarono diversi successi, sotto il comando di Raffaele Rossetti e Raffaele Paolucci, fra i quali l'impresa di Pola. Tra gli eroi che si distinsero in azioni di guerra, va ricordato Luigi Rizzo, che affondò la corrazzata Wien e a Premuda la Santo Stefano, due giganti del mare dell’ impero asburgico. Con l'armistizio di Cassibile, la 10ª Flottiglia MAS si divise in due parti, e quando l'ammiraglio Raffaele De Courten andò a chiedere consiglio all’ ammiraglio Paolo Thaon di Revel, questi rispose che “in momenti così delicati è doveroso lasciare massima libertà alle coscienze, purché esse siano sinceramente rivolte al bene del Paese”. Inizia qui la storia a cui fa riferimento il consigliere Giannini, e cioè quando, Junio Valerio Borghese, continuando ad utilizzare il nome e il simbolo della Xª MAS, per due anni dette vita ad una unità militare principalmente di fanteria di marina e con reparti di naviglio sottile dotati di MAS, con l'obbiettivo di continuare la lotta contro gli Alleati, ma i cui reparti furono anche impiegati nella lotta antipartigiana. Dopo la guerra Nel dopoguerra l'attività degli Assaltatori riprese sotto la copertura delle operazioni di bonifica e sminamento dei porti, e questo tipo di reparto, che per trattato fu abolito, rinacque sotto il nome di reparto “Teseo Tesei” meglio conosciuto come Consubin. Credo che le parole del Ministro non abbiano offeso nessuno, o perlomeno non hanno offeso, quelli che conoscono un po’ di storia, ma Giannini, nelle sue affermazioni ha peccato di superficialità, ovvero ha giudicato le azioni di questo reparto, nell’opera solo di una parte di questo e soprattutto in un lasso di tempo di soli due anni, sarebbe come giudicare l’operato delle forze partigiane solo dall'eccidio friulano di Porzus quando partigiani "rossi" che uccisero colleghi "bianchi", ma siccome il giudizio storico non è il frutto di una “acidità estremista”, e facile capire che le frasi del Ministro La Russa, siano rivolte agli eroi di Premuda e di Pola e non a coloro che facevano rastrellamenti il val d’Ossola. Maurizio Zingoni Coordinatore PDL - Livorno Eh sì "Noi siamo fedeli a Borghese - A morte la Casa Savoia - Noi siamo dei figli di troia - Noi siamo la Decima Mas", era nel periodo in cui così graziosamente gorgheggiavano, era nel periodo in cui i baschi neri della "decima" erano impegnati in patriottiche attività come quelle documentate dalla foto d'epoca che il "reparto" (verso il quale manteniamo la stima di traditore della Patria e servo degli aguzzini nazisti) divenne famoso. Lo ammette lo stesso Zingoni quando puntualizza che il reparto fu sciolto per trattato e rinacque con un nome diverso, (quello più stimabile dell'elbano Tesei) perché evidentemente le glorie del passato erano state lordate dalle azioni del poi golpista Junio Valerio Borghese e dai suoi adepti. Allora evidentemente "Decima Mas" per qualsiasi democratico era soprattutto il titolo di una vergogna storica, che rimane e che nessuna "furbata" a fini sdoganatorii di La Russa, nessuna edulcorazione zingoniana può cancellare.
partigiano impiccato