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Speranza e disperazione dalle poesie dei detenuti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 05 gennaio 2010

IL RAGNO UN RAGNO RATTOPPA IL SILENZIO E I CENCI DI QUESTO SQUALLORE. UN TEMPO TI AVREI CALPESTATO, ADESSO TI PRENDO A COMPAGNO. VIA! SUCCHIA IL MIO SANGUE... OGGI MI BASTA AVERE VICINO QUALCUNO. (anonimo) E' questa una delle tante poesie di carcerati, liriche toccanti che certamente fanno riflettere. Rosy Chisari, poetessa elbana, ha voluto dare la voce a chi vive l'esperienza della reclusione a Porto Azzurro nel Forte San Giacomo. Ne è nato un libretto importante intitolato “Un mondo dimenticato" con decine di poeti intenti a farci capire le tensioni, le emozioni che si vivono quando si è privati della libertà. "Da anni frequento il carcere- ha detto Licia Baldi, presidente dell'associazione Diaolo, nella premessa del volume- e mi capita di avvertire che si può compiere un viaggio nelle pieghe dell'interiorità con queste persone". E secondo Chisari la sofferenza e la nostalgia, per ciò che non si può più avere, fanno l'animo sensibile e poetico. Anche attraverso questo impegno può nascere la redenzione, il recupero di una migliore condizione, un cammino verso una nuova dignità. "Siamo perennemente fermi nel tempo e nello spaio- dice un ergastolano- esseri svuotati , padri senza più figli, figli senza più padri”. Un segno tangibile dei vari percorsi culturali che si compiono nella casa di reclusione elbana, dove l'educatore Zottola, il dirigente Mazzerbo e tutti gli altri operatori contribuiscono al recupero delle persone che hanno sbagliato. Il volume è acquistabile richiedendolo all'associazione Dialogo, tel e fax 0565918133


carcere sbarre

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