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Dopo l'annuncio della svendita del Villaggio-Paese

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 15 dicembre 2009

C’è una poco oxfordiana espressione popolare usata per definire la staticità degli incapaci ed essa suona “farsi mangiare il pipo dalle mosche” che ci torna a fagiolo per stigmatizzare il comportamento del Comune di Rio Marina in primis ma poi pure di Provincia e Regione di fronte alla incredibile, inconcepibile, vergognosa messa in svendita di una parte del compendio minerario elbano, ad opera della Agenzia del Demanio, braccio mendicante di un governo con le pezze al sedere che ostenta mirabolanti supposte uscite dalla crisi, ottimismo di facciata vanto di ricchezze e luminosi futuri e intanto porta, dopo l’argenteria, anche le lenzuola del corredo al Monte di Pietà. E mentre i maggiorenti elbani si trastullano coi porti turistici prossimi venturi e il volgo dei blog si appassiona alla epocale questione delle sorti della segreteria Bensa della Lega, tomo tomo cacchio cacchio il demanio mette all’asta, senza neppure la dignità di una base, una fetta di territorio sulla quale l’acquirente potrà realizzare addirittura un nuovo borgo (lo chiamano proprio con il nome imbecille di villaggio-paese) grazie alle scellerate scelte urbanistiche del centrodestra piaggese, grazie alla non opposizione del PD, grazie agli avalli provinciali e regionali a "ricette gestionali del territorio" che propongono soluzioni ormai improponibili perfino nel terzo mondo. Tutto paradossalmente potrebbe essere comprato per un centesimo perché la procedura è tale che se una sola offerta per un centesimo fosse formulata, quella sarebbe l’offerta vincente. E’ cioè accaduto esattamente quello che aveva previsto Legambiente, quello che aveva lucidamente denunciato il compianto Rocco Basso, quello che questo giornale aveva scritto fino alla noia. Egiovw ricordare che chi si opponeva a quella operazione, denunciando anche il pericolo che si verificasse proprio quello che si sta verificando, la svendita alla speculazione di un patrimonio comune, si era preso pure insulti e accuse di oscurantismo da pretesi “padreterni” che alla prova dei fatti dimostrano di essere solo quello che sono: “tutti chiacchiere e distintivo”. Qualcuno dovrebbe, a questo punto, formulare delle scuse, e attivarsi per bloccare una operazione che, prima che dannosa per l’erario e ambientalmente atroce, è offensiva nei confronti degli isolani, dei riesi e del loro passato. Dovrebbe, ma non ci facciamo soverchie illusioni. E questo insulto alla memoria non lo compenseranno certo le onorificenze per i vecchi minatori quando a distribuirle saranno i responsabili di questo sfascio finale della storia della miniera.


villaggio paese 1

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