C’è chi dice che alla gente interessa solo il decoro e l'arredo urbano: strade senza buche, ben illuminate e putite, così come lo devono essere i giardini e spazi vari, con palazzi imbiancati e privi d’insegne brutte e pacchiane, trovare un parcheggio, e magari qualche minimonumento sotto un alberello. Altri, invece, affermano come i cittadini siano più sensibili alla qualità della vita: l’istruzione e la salute dei propri figli, l’attenzione per gli anziani e le persone diversamente abili, disporre di luoghi d’incontro accoglienti e sempre aperti con piacevoli iniziative culturali e ricreative non solo peri i turisti. C’è chi sostiene che i veri problemi da risolvere siano altri: i trasporti marittimi e quelli aerei e interni, le risorse idriche, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, della natura, della storia, della gastronomia e della viticoltura di qualità, dell’artigianato artistico. Nel frattempo ci viene segnalato come all’Isola d’Elba, negli ultimi quattro anni, siano chiuse 97 strutture ricettive che da 548 sono passate a 451. Chiusure che hanno comportato la diminuzione di circa 1.000 posti letto ed una considerevole perdita di posti di lavoro diretto e indotto. Allora c’è chi punta sui grandi progetti, su nuove opere infrastrutturali capaci di dare vita a un nuovo modello di sviluppo. Ma ci sono pure quelli che premono sul messaggio liberista: meno vincoli, meno regole sociali e ambientali, più evasioni fiscali. Intanto vediamo le nostre istituzioni locali sempre più sparpagliate e costrette a spendere tempo e energie per difendere e salvare l’esistente: le piccole scuole, i servizi minimi, gli uffici periferici dello stato e quant’altro, cioè quello che fino a pochi anni orsono noi cittadini dell’Elba davamo per acquisito.
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