E’ trascorso un anno dall’ultima consultazione amministrativa quando Rio Democratico ha prevalso sulla opposizione in grazia di un esiguo e provvidenziale pugno di voti raccolti all’ultimo minuto, quando le sorti del confronto lasciavano poco da sperare. Le cose poi allora andarono come andarono e il paese si è trovato diviso tra una maggioranza al 51% e una minoranza al 49%, e con la prospettiva della medesima gestione amministrativa prolungata per altri cinque anni, dopo un quinquennio decisamente deludente, povero di realizzazioni, criticabile per le scelte che pesantemente hanno determinato certi indirizzi di politica edilizia e, non ultime, per le scelte che hanno orientato il piano di risanamento del bacino di Nisporto. E’ trascorso un anno, dicevamo, e qualche riscontro andrà pure fatto per valutare l’operato di una amministrazione a cui non è certo mancato il tempo per programmare interventi e per realizzare qualcosa di concreto, similmente a quanto si sta facendo negli altri comuni dell’isola. Basta recarsi infatti nelle località a noi più prossime, Rio Marina Porto Azzurro, per rendersi conto e toccare con mano gli effetti dell’inerzia amministrativa che grava sul nostro paese. Qui il tempo sembra essersi fermato, e non in omaggio alla tradizione o per conservazione del vissuto, ma in conseguenza di un andamento gestionale, ormai di lunga data, che va avanti stancamente e che rischia di rendere sempre più marginale l’immagine di Rio Elba nel panorama elbano. Proviamo allora a fare qualche constatazione. E non solo come critica, perché è notoriamente facile criticare, ma anche come modesto contributo di proposta, ammesso che le proposte della minoranza a Rio siano bene accette. Valga a tal riguardo la proposta per una rotonda al bivio del Padreterno. La minoranza propose, fu presa insulsamente in giro da uno scritto di parte e si è addivenuti a una soluzione a dir poco furbesca, facendo installare solo una segnaletica appropriata. Ma senza realizzare la rotonda, che invece si rende tuttora necessaria per il comprovato ripetersi di situazioni di incertezza fra gli utenti della strada. Balza pertanto agli occhi, come in quella circostanza, ci si sia preoccupati di vanificare quello che la minoranza proponeva e di mettere al riparo dal ridicolo l’estensore dello scritto invece di procedere alla realizzazione di un’opera che, in aggiunta alla sua funzionalità pratica, avrebbe conseguito un desiderabile valore estetico. E qui siamo in tema di arredo urbano. Nel dare atto della felice sistemazione dei punti luce della piazza ci si chiede perché non si provveda a dotare riccamente le fioriere, anche curandone una migliore dislocazione. La piazza, poi, nonostante i ripetuti divieti, è parcheggio ricorrente di auto in sosta, all’insegna di una più o meno indifferente tolleranza. Il restante abitato merita indubbiamente maggiore cura e attenzione. Alle frequenti carenze del servizio di nettezza urbana fanno riscontro situazioni intollerabili. I Canali, ad esempio. Dopo la disputa sulle competenze, accertato che spetta al Comune gestire la zona, non è dato constatare la predisposizione di un minimo di arredo urbano (panchine, fioriere) e la vasca continua ad essere vuota, non funzionante. Eppure si tratta del più rilevante luogo turistico del paese, assai frequentato da chi viene a Rio. Portiamoci poi all’ingresso del paese, verso Cavo, dove il parcheggio realizzato frettolosamente agli sgoccioli dell’ultima campagna elettorale, quando dopo numerosi anni veniva finalmente asfaltata anche la strada verso Porto Azzurro, è inutilizzabile. Uno sbarramento di tronchi è posto a riparo della possibile frana del terreno sovrastante dove troneggia il rudere di una antica chiesetta. Dal dicembre scorso, quando una forte pioggia erose il terreno, si aspetta che il tutto venga sistemato. Si aspetta. Ma andiamo ancora avanti. C’era una imponente pianta di pino che, nella prospettiva della zona sottostante il culmine del paese, fungeva anche da schermo nascondendo baracche e pollai. E’ stato abbattuto per una incomprensibile e più che dubbia situazione di pericolosità. Ora lo spettacolo è assicurato. Mentre altri predispongono aiuole e manufatti decorativi, qui, anacronisticamente, si mette in mostra antropologia culturale anni 20. C’è un parcheggio nelle vicinanze. Assomiglia a una discarica, non viene pulito da tempo quasi immemorabile. Eppure è frequentato dai nostri ospiti. E sono quelli che poi andando al mare trovano spiagge in attesa di una confacente sistemazione, se non addirittura sconvolte nella loro conformazione come accade a Nisporto, dove la realizzazione parziale del risanamento idrogeologico induce a chiedersi se siamo nella terra della Vena del ferro oppure nell’Egitto dei faraoni, tanto smisurate a devastanti sono le modalità di intervento che si stanno apprestando. Ma su Nisporto abbiamo ampiamente detto. Se mai spetta ad altri far qualcosa. Nisporto, per di più, sta compromettendo seriamente i suoi caratteri di appetibilità turistica a causa della sproporzionata espansione edilizia in corso d’opera che sta snaturando le sue caratteristiche naturali. Qui il discorso ci porta ancora più lontano e ci invita a riguardare anche le infrastrutture di cui la nostra zona fruisce, infrastrutture che dovrebbero essere premessa di sviluppo turistico. Si pensi alla strada del Volterraio, naturale accesso al nostro paese. E’ ormai una mulattiera, un asfalto mulattiera. E poi la Parata dal manto stradale rabberciato dopo l’intervento per l’acquedotto di Cavo. Si dirà che non sono cose di nostra competenza. E’ vero, ma è altrettanto vero che si può impostare un livello di proposta e di richiesta, anche pressante se necessario, specie quando nella nostra comunità si hanno persone che ricoprono un ruolo non irrilevante in Provincia e hanno pertanto la possibilità, e forse il dovere, di fare qualcosa per questo paese: anche a costo di risultare scomodi e sgraditi a chi è preposto a adottare certe scelte e a prendere certe decisioni. Da tutto questo si ricava pertanto una sorta di convincimento che autorizza previsioni poco confortanti.. Rio non è un posto di mare. Le sue attrattive sono affidate fondamentalmente all’arredo urbano e alla valorizzazione di una specificità che rimanda all’acqua, alle sorgenti che insistono nella zona dei Canali. Purtroppo quelle sorgenti sono minacciate da possibili occasioni di inquinamento dato che, a suo tempo, non si volle provvedere a rinnovare le fognature della via sovrastante. Fu quello un episodio di miopia amministrativa. Il lastricato incompleto ne costituisce la testimonianza. Sono molte allora le cose da fare, ma pur in presenza di mezzi limitati non si può restare fermi e accontentarsi del quieto scorrere del tempo. Nel corso di questo primo anno a Rio è stato fatto ben poco, per non dire nulla. Non resta allora che confidare nel futuro, ma…è dura! Se il buon giorno si vede da mattina, non sembra proprio che sia il caso di farsi troppe illusioni.
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