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Luigi Totaro ricorda Sergio Rizzi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 08 dicembre 2009

Sergio Rizzi, architetto, urbanista, attento lettore dell’ambiente, combattente in ogni battaglia di giustizia e di civiltà e a un tempo capace di infinita tenerezza negli affetti personali, ci ha lasciato. Voglio ricordarlo pubblicamente perché è stato un uomo pubblico, perché la sua esistenza è stata interamente dedicata al bene comune, e per quel che ci riguarda più immediatamente, al bene comune in questa nostra isola, per lui come per me terra d’elezione. Era anche un professionista noto per complessi progetti urbanistici in importanti città dell’Italia settentrionale, dove si era svolta la parte più ampia della sua attività, scrivendo anche notevoli contributi teorici. All’Elba, dove trascorreva gran parte del suo tempo, aveva ‒con attenzione filologica e lungimirante intuizione restaurativa‒ redatto lo studio di Valutazione di Impatto Ambientale propedeutico al Piano Regolatore Generale del Comune di Campo, per il sindaco Piero Pertici, con il quale anch’io collaboravo. Allora ne ho conosciuto la straordinaria competenza, e ho ricevuto la sua amicizia preziosa e profonda, rinnovata fino ai tempi recenti a ogni incontro lungo la strada cha dalla Serra va a Marina di Campo, lui in bici e io con la macchina lasciata dove capitava, fermi per ore a parlare: sempre con la sua prorompente passione civile, con la consapevolezza delle occasioni perdute dalla politica, dell’abbandono diffuso di ogni volontà di orientamento e di progetto, con il pessimismo per un presente che gli sembrava incapace di scuotersi di dosso i lacci innumerabili dei piccoli interessi personali, degli sguardi angusti e miopi, dell’incapacità di lealtà, di legalità, di generosità. Ma il pessimismo non ha mai spento il brillare dei suoi occhi, la vivacità del suo intelletto, la sua volontà di continuare a esserci e a lottare. Uomo davvero esemplare per la costanza e l’importanza dell’impegno, coniugata con una modestia e una ritrosia che talvolta mi è capitato di rimproverargli; maestro sicuro di intelligenza e di passione intellettuale, e insieme pratico e fattivo promotore di interventi nelle realtà che osservava; amico leale e costante, Sergio Rizzi evoca parole ormai perdute nello strepito di protagonismo e di narcisismo che occupa il nostro tempo: purezza, coerenza, nobiltà. Di lui ci resta ora un ricordo dolcissimo, e Marisa che ne è amabile custode.


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