Alle 2 del pomeriggio, arrivati a Piazza Esedra, sembrava che si partisse male, che la moltitudine annunciata dei 350.000 costituisse la solita promessa non mantenuta, e che i più avessero pensato bene di restarsene a casa, o che non si sentissero adeguatamente rappresentati dalla massa multicolore di gente, adulti, giovani, anziani che si aggiravano con fare a volte un po' sperduto sulla piazza, non abituati forse alle manifestazioni, non inquadrati in nessun partito e sotto nessuna bandiera. Poi, una volta partiti,ci si accorgeva che molti altri erano già andati, e che altri ancora ne arrivavano, non i soliti di queste occasioni, diversi, più veri, più allegri per certi versi, più autenticamente incazzati per certi altri. E allora era bello infilarsi nel corteo, precederlo in alcuni tratti, infilarcisi dentro di nuovo e fermarsi a guardare le facce di tanti giovani, ragazzi, bambini , ma anche maturi signori, padri e madri, amici oppure sconosciuti, che finalmente non si sentivano più soli di fronte a questo drago dalle mille teste, che si sta mangiando le nostre vite e che qualche volta è sembrato invincibile. Canti, bandiere, cartelli e mille colori. Viola, certo, tanto viola, in tutte le sue sfumature; ma anche rosso, bianco, azzurro, arancio. E piano piano ecco affiorare la consapevolezza che siamo davvero tanti, un mare fitto di gente perbene, che non si rassegna, che non si arrende, che non vuol lasciare il campo libero agli imbonitori di pentole, o ai pubblicitari da strapazzo, ma che si è stufata di essere rappresentata da chi non ha più idee e nemmeno più parole, da vecchie figure avvizzite imprigionate nella logica della sopravvivenza e della convenienza politica. Poi le prime luci di un fantastico tramonto romano, ed ecco aprirsi Piazza S. Giovanni, già traboccante, festosa, profumata di aranci, finalmente tornata ad essere per una sera la piazza delle grandi manifestazioni civili. E improvvisamente ti senti felice, commosso. Contento di esserci. C'è ancora vita in questo paese. Non è vero che siamo tutti conniventi o rassegnati. Resistiamo alla tentazione di andarcene. Impariamo ad indignarci. Ritorniamo ad impegnarci. Liberiamoci dalla banda dei corruttori e dai loro amici di comodo. Ma ancor prima liberiamoci da chi ha la pretesa di rappresentarci sulla base di una presunta investitura da rinnovare tacitamente e senza condizioni. Facciamo dell'Italia un posto dove sia di nuovo piacevole vivere.
no b day manifestazione