“Piove sul bagnato” è un’allocuzione italiana che da queste parti (vista l’allergia all’acqua di molti che la evitano convinti che renda lo stomaco rugginoso) si traduce con “Ai briachi ni danno tutti da be’”; piove sul bagnato, dunque, lo scherzetto da prete che hanno fatto a Massimo Findus D’Alema i “compagni” europei è l’ennesimo sberleffo che deve subire il PmD (partito masochista democratico) che abbandonata Bandiera Rossa, e poi la Canzone Popolare di Fossati sta per dichiarare suo inno: “Dammi una lametta che mi taglio le vene”. Ora se dopo avergli dato l’appolino (per i foresti averlo illuso) della carica di ministro dell’esteri d’Europa, gli avessero preferito un uomo o una donna di spessore politico e chiara fama, se ne tornava a casa magari con un bel giramento di coglioni, ma poteva sempre dire di aver perso contro un campione, ma la cattiveria è stata trombarlo all’unanimità preferendogli una signora con l’aria “ma ci so’ venuta o mi c’hanno mandata?” con quella po' di roba che l'è cascata in sul groppone, palesemente più confusa che persuasa, vagamente somigliante a Jean Todd (e di converso ad Alvaro Vitali), che in vita sua non è mai stata eletta a niente, nemmeno alla carica di capo-condomino. Come se la Juventus perdesse in casa 0 – 2 col Navacchio Football Club. Da non crederci, per un attimo abbiamo pensato che i leader della socialdemocrazia europea ragionassero in perfetto elbano: facendo proprio uno dei principi base della selezione delle classi dirigenti in quest’isola: “piuttosto che lui un tonto”, che spiega molte cose ( e l’elevato tasso dei tonti a cui si dà importanza, per brevità “importonti”) Poi però abbiamo capito cosa aveva fatto pendere l’ago della bilancia verso l’oscura funzionaria di cui non abbiamo ancora memorizzato il nome, cosa è stato decisivo per la sua scelta: a lei Berlusconi, mica la sosteneva!
DALEMA BERLUSCONI