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Pianosa: malinconia e rabbia!

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 12 novembre 2009

Il ritornare a mettere in discussione il futuro di Pianosa dopo più di un decennio mi riempie di rabbia e di malinconia! Malinconia di quando da pochi anni arrivato all’Elba mi ricorda che salutai quell’evento come un segnale di civiltà e di grande opportunità ricettiva, la gioia di una straordinaria ed incontaminata bellezza naturale che veniva messa nelle mani della collettività attraverso il Comune di Campo nell’Elba. La rabbia per anni trascorsi nel vuoto assoluto e di un’opportunità rimasta paralizzata dalla burocrazia, dai veti incrociati, dall’odioso scarico di responsabilità che si è tradotto in inerzia ed assenza totale di volontà politica da parte di tutti i soggetti interessati. Tale situazione ha non solo mantenuto aperto il pericolo di un possibile ritorno al passato ma anche una forte attesa speculativa edificatoria privata che pressava, alla quale qualcuno stringeva l’occhietto, per mettere le mani su Pianosa e garantirne uno sviluppo turistico duraturo. Parallelamente un potere pubblico (Parco, Comuni, Regione, ecc.ecc) assente non in grado di produrre un accordo unitario con le forze produttive su di un progetto economico-ricettivo che valorizzasse Pianosa senza rovinarne gli assetti territoriali, marini e naturali e tagliasse le unghie sul nascere alla speculazione selvaggia. In questo “limbo” si è riusciti, in questi ultimi anni fino ad oggi, ad organizzare un utilizzo minimo dell’isola valorizzandone le sue bellezze attraverso visite contingentate guidate, una positiva esperienza che ha riscosso un buon successo da parte dei turisti e per la quale va riconosciuto lo sforzo degli organizzatori e quindi, in attesa del sogno possibile,da qualificare e consolidare. Si conferma anche in questa occasione, come più volte ho dovuto constatare, l’assenza di una forte “classe dirigenza” politica ed imprenditoriale elbana, l’incapacità di fare sistema del sapere cogliere grandiose opportunità di sviluppo turistico che sono dietro la porta di casa in prevalere stanco del tirare a campare, una vocazione assistenziale e vittimistica che ha comunicato all’esterno un’Elba in permanente guerra tra arretratezza ed innovazione come una terra di conquista che rinuncia a progettare il proprio futuro.


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