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Emilio Brogi e la visione ANtropocentrista dei parchi

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 19 aprile 2006

PORTOFERRAIO (Livorno) – E’ atteso per il 21 aprile l’arrivo al parco nazionale dell’Arcipelago toscano del nuovo commissario nominato dal ministro dell’ambiente Matteoli, una designazione che si è trascinata dietro una nuova coda di polemiche. A porre dubbi sulle conoscenze ambientali del nuovo commissario, ha contribuito anche la diffusione di un intervento risalente a due anni fa, del professor Emilio Brogi su “Quinto caminetto” una pubblicazione della Diocesi di Livorno. A suscitare perplessità la presentazione che il giornale diocesano fa del neo-commissario: “Brogi, dopo aver precisato di non essere un esperto e di parlare sulla scorta della propria esperienza personale maturata durante il suo nuovo impegno di questi ultimi due anni” alla segreteria del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio “Una introduzione del neocommissario preoccupante – dicono a Legambiente Arcipelago Toscano - e che da corpo ai dubbi sulla scelta di Brogi, avanzati fin da subito dal Presidente della regione Martini e dalle associazioni ambientaliste. Speriamo che Brogi sia oggi più informato, ci sono subito da risolvere problemi come quello dell’accesso turistico a Pianosa che hanno bisogno di decisioni immediate e ben ponderate” Ma vediamo cosa diceva tra l’altro il Professor Brogi: «a me piace pensare all’ambiente come Creato. Ritengo che l’uomo, come centro dell’ambiente e del Creato, sia stato dotato di una ricchezza immensa della quale ha non solo responsabilità di gestione ma anche responsabilità di conservazione. (…). L’ambiente, quindi, è anche una questione di speranza». Una visione antropocentrica e “religiosa”, quasi creazionista, ribadita anche in seguito: «proprio per questi motivi è necessario - sostiene Brogi - prendere le distanze dalle posizioni ideologizzanti e radicali sulla questione ambientale, quelli che vedono la presenza dell’uomo nell’ambiente sempre come devastante e distruttiva e quelli che pensano, all’opposto, che tutto ciò non sia assolutamente vero, per affrontare i problemi in maniera più equilibrata, nell’ottica del “Creato”. Non una linea di mediazione tra le due visioni antitetiche ma una «linea di responsabilità dell’uomo» che porti a valutare serenamente che l’ambiente non è né «qualcosa di bloccato per cui non è possibile più fare nulla», né un problema sul quale «fare finta di non sapere per continuare, per mero profitto, a sfruttare le risorse apportando gravi danni». Sul tema delle aree protette,con il quale tra qualche giorno sarà chiamato a misurarsi, Brogi sostiene che «il problema principale è garantire che questo bene sia conservato e che non venga deteriorato e nello stesso tempo però che sia reso fruibile. Non avrebbe senso rendere queste aree una sorta di museo nel quale però nessuno può entrare ad ammirare le bellezze ivi contenute». Uno dei suoi interlocutori si pone il problema del legame tra lo sviluppo turistico e la tutela dell’ambiente. «Se riflettiamo – dice Emanuele Rossi – su che cosa ha significato lo sviluppo turistico per esempio all’Isola d’Elba mi pare evidente constatare che l’intervento del turismo ha completamente stravolto l’ambiente». Se a Livorno si cominciasse seriamente ad avere uno sviluppo turistico bisognerebbe allora porsi il problema di «coordinarlo con la tutela ambientale per evitare che si ripropongano situazioni come quella elbana, con un’isola che si ritrova invasa dalle costruzioni». Rossi poi introduce anche il tema dello sviluppo del collegamento autostradale al Sud chiedendosi «quale impatto potrebbe avere la sua realizzazione per la nostra città e per il nostro territorio sia in termini ambientali che economici e commerciali». Brogi tace sul cemento elbano ma tifa per l’autostrade senza tentennamenti: «da un punto di vista ambientale, economico e di salvaguardia della vita umana, vista l’alta percentuale di incidenti – dice – sarebbero maggiori le conseguenze positive rispetto a quelle negative». Il problema è che «sono circa 40 anni che non viene realizzata una autostrada e non si arriva mai ad accordarsi sulle modalità di realizzazione». Una realizzazione che per Brogi è urgente per spezzare la «concezione Firenze-centrica» dello sviluppo toscano. “Dall’intervista – dice Gian Lorenzo Anselmi, presidente di Legambiente Arcipelago Toscano – viene fuori il ritratto di un commissario del Parco che ragiona sull’ambiente ed i parchi per luoghi comuni sconsolanti e con un forte profilo ideologico. La polemica dell’antropocentrismo nei parchi - che poi è diventato A.N.tropocentrismo, visto le nomine unidirezionali fatte da Matteoli in questi 5 anni - contrapposto ad un presunto integralismo proibizionista degli ambientalisti è una invenzione alla quale non crede più nessuno. Forse il taglio mistico che Brogi ha dato all’intervista per accaparrarsi le simpatie dei religiosi non ha giovato, ma non sono certo queste le idee che servono per rilanciare il Parco. Fortunatamente il commissariamento durerà poco. Poi speriamo che arrivi qualcuno che di parchi ne capisca davvero qualcosa”


cartello parco volterraio

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